A rischio i ghiacciai italiani

Si sciolgono i ghiacciai italiani: -37% in 24 anni

I ghiacciai italiani si stanno restringendo sempre più velocemente. Si contraggono i fronti, diminuiscono i volumi, un trend che è incrementato negli ultimi anni ed è destinato a proseguire in futuro. Lo testimoniano i dati presentati oggi a Geoitalia 2011, il Forum di Scienze della Terra in corso a Torino, dal professor Carlo Baroni, presidente del Comitato glaciologico italiano (Cgi).


”La storia dei ghiacciai parla di un trend di ritiro – spiega Baroni, che è anche membro del Dipartimento di Scienze della terra dell’Università di Pisa -. Dal 1982 al 2006 è aumentata la portata dell’arretramento dei fronti ghiacciati e delle variazioni (al ribasso) volumetriche. In tale periodo, i volumi sono diminuiti del 37%, le estensioni del 16%. Ed è significativo che il 4% dell’estensione si sia erosa tra il 2003 e il 2006”. Una situazione che ha diverse conseguenze, ad esempio sulla produzione di energia elettrica e sulla disponibilità di acqua per l’agricoltura.
La massima superficie dei ghiacciai italiani si è verificata tra il 1820 e il 1850. ”Poi hanno cominciato a contrarsi, nonostante un picco di crescita che si è verificata tra gli anni ’70 e gli anni ’80 del secolo scorso”, rileva Baroni.

I ghiacciai alpini italiani rappresentano circa lo 0,02% della criosfera totale. I censimenti sono stati effettuati in diverse epoche: nel 1927 se ne contavano 774; a fine anni Cinquanta, 838. L’ultima rilevazione risale alla fine degli anni ’80: 1.397 ghiacciai e glacionevati per una superficie di 608 chilometri quadrati. ”La raccolta dati non ha avuto un supporto sufficiente – commenta Baroni -, servirebbe un contesto generale di monitoraggio”.
Lo scenario futuro non prevede, al momento, mutamenti del quadro. ”La vita di un ghiacciaio è come un bilancio di un’azienda, tanto entra, tanto esce – sottolinea Baroni -. Le precipitazioni in inverno e la temperatura in estate influiscono in questa sorta di ‘dare-avere’ che è il processo di crescita-ritirata del ghiacciaio. Se dovessimo fare delle proiezioni con i dati attuali, si andrebbe verso un ulteriore arretramento dei fronti e della riduzione delle volumetrie.
Ad esempio, si potrebbe arrivare anche alla riduzione totale entro il 2050 del ghiacciaio dell’Adamello, il più grande d’Italia. Ma è una eventualità, non un dato di fatto”.