Per la prima volta nella storia, si è aperto sull'Artico un buco nello strato di ozono di dimensioni pari a tre volte la superficie della Germania. Provocato da un freddo eccezionale al Polo Nord, questo buco si è spostato per un paio di settimane sopra i cieli dell'Europa dell'Est, della Russia e della Mongolia, le cui popolazioni sono state esposte a livelli elevati di raggi ultravioletti. "Per la prima volta, la diminuzione è tale perché si possa ragionevolmente parlare di buco dell'ozono in Artico", si legge nello studio pubblicato ieri dalla rivista scientifica britannica Nature.
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Intanto un nuovo studio lancia l’allarme su quello che accadrà in un prossimo futuro. Stando a quanto emerso nel corso del congresso annuale della European Respiratory Society (ERS), nei prossimi 50 anni, l’Europa assisterà all’aumento della mortalità legata all’innalzamento dei livelli di ozono. I paesi più esposti a tale condizione saranno Belgio, Francia, Spagna e Portogallo, ma non è escluso che effetti negativi possano registrarsi anche nel resto del Vecchio Continente. Nello studio, ribattezzato “Impact of climate change on ozone induced mortality and morbidity in Europe”, i ricercatori hanno considerato le proiezioni di due scenari di emissioni di gas serra (noti come A2 e A1B) e due modelli climatici globali (ECHAM4 e Hadley). Quindi hanno confrontato quattro periodi: il periodo di riferimento (1961-1990), la situazione attuale (1990-2009), il futuro più vicino (2012-2050) e il futuro più lontano (2041-2060).
I risultati hanno rivelato che, rispetto al 1961, Belgio, Irlanda, Paesi Bassi e Regno Unito hanno subito il maggiore impatto, ma che nei prossimi 50 anni l’incremento di mortalità da ozono più significativo dovrebbe interessare per l’appunto Belgio, Francia, Spagna e Portogallo, con un aumento previsto compreso fra il 10 e il 14%. “L’ozono - ha spiegato Hans Orru, docente presso l’Università di Umea e all’Università di Tartu in Estonia - è un inquinante altamente ossidante, e i suoi livelli sono correlati con ricoveri e decessi a causa di problemi al sistema respiratorio. A livello del suolo l’incremento della formazione di ozono è dovuto all’aumento delle temperature con il cambiamento climatico. I risultati del nostro studio hanno dimostrato i potenziali effetti che i cambiamenti climatici possono avere sui livelli di ozono e di come questo cambiamento avrà un impatto sulla salute degli europei”.
“L’inquinamento dell’aria esterna - ha poi aggiunto il professor Marc Decramer, presidente della Ers - è la più grande minaccia ambientale in Europa. Se non agiamo per ridurre i livelli di ozono e di altri inquinanti, vedremo un aumento dei ricoveri ospedalieri, del consumo di farmaci e milioni di giornate lavorative perse. Per questo l’Ers richiede un approccio collaborativo tra operatori sanitari e decisori politici per proteggere le popolazioni vulnerabili dagli effetti dannosi che possono avere inquinanti atmosferici”.
Redazione Tiscali