Allarme Buco dell'Ozono: SITUZIONE CRITICA

Buco dell’ozono, è di nuovo allarme: da quest’anno anche al Polo Nord

(3 ottobre 2011) Los Angeles – Uno nuovo studio, pubblicato ieri, 2 ottobre, sulla rivista Nature, rivela che nei mesi scorsi si è rilevato sull’Artico (Polo Nord) un buco dell’ozono molto più esteso di quello previsto. Lo studio è stato realizzato dal California Institute of Technology, anche detta Caltech, che è un’università privata con sede a Pasadena, città nella contea di Los Angeles, in California.
Secondo la ricerca, quest’anno, in special modo nel periodo di marzo e aprile, c’è stata al Polo Nord, una perdita di oltre l’80% in un solo anno della fascia di gas protettiva (l’ozono). La situazione è preoccupante, dato che questo fenomeno stagionale di perdita dello schermo dell’ozono, nel passato interessava principalmente l’Antartico, cioè il Polo Sud, e ora sembra anche interessare, sempre più prepotentemente anche il Polo Nord.
buco_dell'ozono_al_polo_nord
Le nuove analisi, relative alla passata primavera, mettono in evidenza come da quest’anno, la fascia di ozono, che è presente a 18-20 km di altitudine, ha subito una perdita rilevante, non solo all’Antartico, come già succedeva da molti anni, perfino dagli anni 80, ma anche all’Artico, che nei decenni precedenti era interessato dal fenomeno solo in maniera molto ridotta.
Da quest’anno, quindi, il fenomeno del buco dell’ozono, ha interessato, in maniera preoccupante, anche il Polo Nord, in misura quasi pari a quella del Polo Sud. Si tratta, come abbiamo detto, di una situazione insolita, sia perché è avvenuta all’Artico e sia perché ha avuto dimensioni enormi, il buco è stato pari a tre volte la dimensione della Germania.
L’allarmante fenomeno è stato provocato, secondo gli studiosi, da un freddo particolarmente accentuato, l’inverno scorso, che ha interessato la zona del Polo Nord. Difatti, questo inverno, al circolo polare artico c’è stato il record minimo storico delle temperature, che è stato causato da venti molto forti, i cosiddetti vortici polari, e ha generato una bolla di aria fredda che non è riuscita a mescolarsi con l’aria più calda delle medie altitudini. Questa massa di aria fredda, durante il mese di marzo, è stata colpita dalla luce del sole e ha, sfortunatamente, rilasciato, specialmente nella parta più bassa della stratosfera, a circa 20 kilometri dalla superficie terrestre, degli atomi di cloro e di bromo, i quali distruggono il legame chimico dell’ozono.
Da quest’anno, quindi, si può parlare di buco dell’ozono, non solo al Polo Sud, ma anche al Polo Nord. Questo “nuovo” buco dell’ozono potrebbe aver già causato le prime problematiche alla vegetazione, agli uomini e agli animali di alcune zone della terra. Infatti, questo buco, si è spostato, per un paio di settimane, sopra i cieli dell’Europa dell’est, della Russia e della Mongolia, dove, purtroppo, le popolazioni locali sono state esposte per diversi giorni a livelli elevati di raggi ultravioletti.
La presenza di questo buco, nella stratosfera della terra, che normalmente filtra i raggi ultravioletti, impedisce di filtrare tali raggi che sono dannosi per la vegetazione e per gli esseri umani. Lo strato di ozono, funge da filtro per le radiazioni ultraviolette (trattenendo da solo circa il 99% della radiazione UV solare), che possono essere dannose per la pelle e causarne tumori (melanomi), causare una parziale inibizione della fotosintesi delle piante (con conseguente rischio di diminuzione dei raccolti) e distruggere frazioni importanti del fitoplancton, che è alla base della catena alimentare marina.
Marcello Francesco Simone

Fonte: il quotidiano italiano