Vivisezione: il capitolo più nero della storia della medicina


Ogni specie è differente per metabolismo, anatomia, fisiologia e genetica e, quindi, nessun risultato conseguito sugli altri animali sarà mai estrapolabile all’uomo. Le specie utilizzate sono uguali a noi solo in un aspetto: nella capacità di soffrire. Ma il numero degli animali sottoposti alle brutalità della vivisezione è altissimo ed in costante aumento.

Vivisezione: il capitolo più nero della storia della medicina.
Il medico e premio Nobel Albert Schweitzer ha affermato: “Coloro che sperimentano sugli animali non dovrebbero mai acquietare le proprie coscienze dicendosi che queste azioni avrebbero uno scopo lodevole”.
Quindi, cosa sono la vivisezione e la sperimentazione animale? Perché avvengono? Che benefici portano al progresso scientifico? Innanzitutto è necessario dire che il termine vivisezione non indica solo “sezionare animali in vita” ma è sinonimo di sperimentazione animale, cioè, “ogni tipo di esperimento che avviene sugli animali”. Le specie più usate nella sperimentazione animale sono roditori, cani, gatti, scimmie e conigli. Vengono mutilati, avvelenati, accecati, affamati, bruciati, ghiacciati, schiacciati, decerebrati, ustionati, infettati con malattie, assoggettati a stress, shock e privazioni.
Ogni anno nel mondo vengono sottoposti alla vivisezione dai 300 ai 400 milioni di animali. In Italia ogni anno viene vivisezionato circa 1 milione di animali e, purtroppo, queste cifre sono in constante aumento. Solo un anno fa il Parlamento europeo ha approvato la Direttiva pro vivisezione, la quale, non mette alcun limite ai vivisettori, non inserendo neppure un metodo sostitutivo ai test sugli animali e permettendo, tra le varie crudeltà, la sperimentazione anche su cani e gatti randagi. I diritti degli animali sono stati letteralmente dimenticati da quest’approvazione in nome dello strapotere monetario delle multinazionali del farmaco.
Il 30% degli esperimenti riguarda la medicina. Il restante 70% riguarda esperimenti per testare prodotti cosmetici, industriali (detersivi, saponi, inchiostri, ecc.), bellici (gas tossici, radiazioni nucleari, armi batteriologiche, nuovi proiettili, ecc.) e per prove psicologiche comportamentali.
Perché i ricercatori continuano ad utilizzare gli animali negli esperimenti di vivisezione? La risposta è semplice: le industrie farmaceutiche e cosmetiche muovono un business miliardario. Attraverso gli studi sulla vivisezione, gli “scienziati” promuovono o condannano facilmente una determinata sostanza, in relazione alle attuali esigenze di mercato. Gli esperimenti sugli animali rappresentano un facile sistema per fare carriera, attraverso pubblicazioni di esperimenti che nei concorsi vengono notevolmente valutate. Di conseguenza, queste pubblicazioni, porteranno pubblicità e consentiranno ai ricercatori di avvalersi dei finanziamenti (spesso denaro pubblico) messi a disposizione dai vari Consigli Nazionali di Ricerca.
“Nessuno scopo è così alto da giustificare metodi così indegni”
Albert Einstein
Molte persone pensano che la sperimentazione animale sia necessaria per un progresso scientifico atto a salvare vite umane. Questo perché, spesso, gli stessi vivisettori fanno leva sull’emotività umana ponendo domande del tipo: “Preferite salvare un animale o un bambino?”.  Ma questo non è assolutamente vero. La vivisezione, oltre a recare enormi sofferenze agli animali, non porta nessun beneficio all’uomo. È inattendibile perché nessuna specie animale può costituire il modello sperimentale per nessun’altra perché ognuna reagisce sempre in modo totalmente diverso dalle altre. È controproducente perché può ritardare scoperte importanti e mette in commercio sostanze che sono risultate innocue durante le prove sugli animali in laboratorio ma che possono rivelarsi tossiche per l’uomo. Infatti, ogni anno, moltissimi farmaci e cosmetici vengono ritirati dal mercato per la comparsa di effetti collaterali, anche gravi.
Già oggi queste metodologie crudeli sono solo una parte del mondo della ricerca scientifica vera ed utile all’uomo ed alla natura. Eccovi un esempio concreto di quanto detto: la Novo Nordisk, azienda con sede in Danimarca, è la prima ditta farmaceutica che ha detto stop ai test sugli animali. I test verranno condotti su cellule in coltura, non più sugli esemplari vivi. Inoltre ciò permetterà di ottenere risultati più accurati e che garantiranno maggiore affidabilità.
Ho deciso di evitare qualsiasi video che mostri immagini crudeli dei vivisettori. Però voglio lasciarvi un messaggio positivo e di speranza per un futuro migliore in cui io credo ancora.
Questi 40 beagle, cresciuti in un laboratorio in Spagna, sono stati salvati dalle mani dei vivisettori grazie al progetto Freedom Beagle, che tenterà ora di dargli una nuova vita attraverso un programma di adozioni. Vi invito, però, ad osservare il terrore che questi cagnolini hanno a fare il loro primo passo verso la libertà. Cosa avranno subito? Cosa avranno visto quegli occhi?
Per darvi degli esempi concreti delle sofferenze che gli animali subiscono a causa della vivisezione vi cito un breve passo tratto da ” L’Imperatrice Nuda ” di Alexander Hans Ruesch, libro in cui l’autore, con importanti medici e scienziati, fa una forte e documentata requisitoria contro i test sugli animali: “…si squarta una cagna gravida per osservare l’istinto materno sotto il dolore intenso… si costringono dei cani a bere soltanto alcool puro per oltre un anno, per ottenere la prova scientifica che l’abuso di alcool è nocivo. Migliaia di topi, conigli e cani, per lo più tracheotomizzati, vengono costretti a fumare sigarette per mesi e anni, e naturalmente molti
muoiono: ma gli sperimentatori subito avvertono che non è possibile alcuna trasmissione di dati validi all’uomo…”.
A questo link potrete trovare un breve documentario sul tema della vivisezione ma vi anticipo che le immagini sono molto forti.
http://www.tvanimalista.info/video/vivisezione/motivazioni-no-vivisezione
È ora di finirla con queste attività disumane. Voi cosa ne pensate?


Articolo tratto da fanpage