E' evidente che chiudere gli occhi sulle catastrofi naturali non elimina il problema,
probabilmente la prima risposta e': "Tanto cosa ci possiamo fare?"... e' la frase piu' gettonata per scaricare dalla propria coscienza qualsiasi remota responsabilita'.
La Terra e' rotonda, i problemi non migrano su altri pianeti!
Presto o tardi si avranno ripercussioni sulla razza umana. Che a quel punto provera' sulla propria pelle il danno che ha provocato all'intero eco sistema per decenni.
Un esempio? Dagli anni 50' in poi si son scoperte malattie autoimmuni e neurologiche che prima neanche si conoscevano.
Cosa ci possiamo fare? Iniziamo a parlar di meno di campionato e di reality e piu' di cio' che abbiamo attorno. Questo creera' una presa di coscienza collettiva che andra' ad influire sul mercato mondiale cambiando lo stile di vita e gli acquisti.
L'articolo tratto da ilcambiamento, lancia l'allarme moria di pesci di fronte alle coste del messico.
di Tamara Mastroiaco - 10 Marzo 2011
Venti cuccioli di delfini appena nati o abortiti spontaneamente per cause ancora ignote sono stati trovati spiaggiati lungo le coste della Louisiana
Secondo Moby Solangi, direttore dell'Institute of Marine Mammal Studies (IMMS), nella stagione delle nascite che raggiunge il suo culmine a marzo, normalmente si possono trovare al massimo uno o due delfini morti. Per qualche ragione ancora sconosciuta agli scienziati, questi piccoli delfini sono nati morti o sono stati abortiti spontaneamente.
Solangi afferma che non è una coincidenza e che alla base di questa moria di cuccioli c'è una ragione ben precisa. Con il suo team sta effettuando una serie di analisi per risalire alla causa della morte dei piccoli tursiopi. Gli scienziati procedono eseguendo l'autopsia sui cadaveri dei mammiferi, prelevando e analizzando del tessuto dal corpo per verificare la presenza di eventuali malattie, infezioni virali, tossine.
Purtroppo - questo procedimento può richiedere diverse settimane o addirittura mesi di lavoro - afferma Solange - e senza il responso delle analisi è prematuro capire cosa sta causando quest'allarmante strage di delfini cuccioli. Solange non esclude una possibile connessione tra la loro morte e la fuoriuscita di petrolio avvenuta per esplosione della piattaforma Deepwater nel Golfo del Messico.
Il direttore dell'IMMS ha assolutamente affermato che è un fattore da considerare poiché la marea nera è durata diversi mesi, ha coperto decine di chilometri quadrati di territorio invadendo gran parte degli habitat di questi animali.
Gli scienziati procedono eseguendo l'autopsia sui cadaveri dei mammiferi, prelevando e analizzando del tessuto dal corpo
Il biologo marino e direttore della North Gulf Oceanic Society (NGOS), Craig Matkin seguì gli effetti della fuoriuscita di petrolio della Exxon Valdez nel 1989 su popolazioni di balene in Alaska; egli afferma che, se anche esistesse un legame tra la marea nera e i delfini morti, sarebbe davvero difficile dimostrarlo. Gli insetticidi, i pesticidi (ad esempio il DDT), gli Inquinanti Organici Persistenti sono insolubili in acqua, si propagano nell'aria, nell'acqua a causa della loro scarsa degradabilità e data la loro lipofilia penetrano e si accumulano facilmente nei tessuti adiposi degli animali.
Gli idrocarburi del petrolio - afferma Matkin - vengono invece trasformati dal corpo rapidamente e non persistono nei tessuti. Per questa ragione Matkin sostiene che sarà davvero difficile trovare un collegamento tra i due eventi ad un anno dal disastro.
Blair Mase, coordinatore del Southeast Marine Mammal Stranding Network of the National Atmospheric and Oceanic Administration, ha aggiunto che "probabilmente non riusciranno a trovare nessuna risposta soddisfacente a questa moria di giovani delfini come è successo anche in passato". Infatti dal 1990 ad oggi si sono verificati quattordici eventi di mortalità insoliti ma gli scienziati sono stati in grado di determinare le cause solo di sei casi su quattordici.
La marea nera è durata diversi mesi, ha coperto decine di chilometri quadrati di territorio invadendo gran parte degli habitat dei delfini
È oramai dimostrato che l'esposizione per un medio o lungo periodo a dosi anche minime di petrolio determina l'insorgere di diversi tipi di tumori in diversi organismi e inoltre non dobbiamo sottovalutare gli strumenti e le sostanze chimiche che sono state utilizzate per arginare la marea nera: i solventi ad esempio sono altamente tossici per molti organismi marini o le pompe o aspiratori utilizzate per il recupero del petrolio spiaggiato danneggiano gli ambienti e arrecano disturbo agli uccelli marini se questi strumenti vengono adoperati nei periodi in cui questi animali si riproducono.
Possiamo solo sperare che verranno intensificate e pianificate opere per mettere in sicurezza navi e piattaforme se nel futuro vogliamo evitare di assistere impotenti a disastri del genere, capaci di provocare danni incalcolabili alla biodiversità del Pianeta.