VATICANO CONTINUERÀ A NON ESSERE TASSATO
a cura di Fabio Antonio Siena
Grande Delusione e rammarico per la bocciatura degli emendamenti dei Radicali 2.0.5 e 2.0.17 firmati dai commissari Emma Bonino, Perduca, Carloni, Chiaromonte e Poretti. Essi erano relativi ad un argomento di grande attualità ed importanza in questi giorni di crisi, benchè già discusso molte volte in passato. La proposta, in parole povere, era quella di abolire il privilegio del Vaticano di non pagare l’Ici neppure sulle attività commerciali più redditizie svolte sul territorio nazionale italiano. Proposta su cui già altre commissioni internazionali sono al lavoro.
Questo privilegio di vecchia data della Chiesa Cattolica, immotivato ed ingiusto, contrario ai principi costituzionali italiani di equità ed uguaglianza delle molteplici confessioni religiose, potrebbe fruttare al bilancio dello Stato dai 400 ai 700 milioni di euro, i quali in un periodo di tagli così efferati e violenti alle agevolazioni ed ai servizi, causati dal dissesto finanziario internazionale, potrebbero contribuire non poco al risanamento dei conti pubblici.
Il danno arrecato da questo e da altri privilegi, sia del Vaticano che di altre classi sociali immotivatamente agevolate, è paragonabile a quello dell’evasione fiscale, sebbene si tratti in questo caso di una evasione giustificata legalmente, anche se non spiegata in alcun modo.
Nonostante gli appelli del presidente della CEI, il cardinale Angelo Bagnasco, anche dalla stessa Chiesa iniziano a giungere voci di dissenso. Gran scalpore ad esempio hanno fatto le parole di Don Gallo e l’annuncio della sua campagna in favore di un abbandono dei vecchi privilegi. “La Chiesa torni povera e paghi le tasse!” inneggi durante un discorso pubblico il sacerdote, ed il consenso della gente è evidente.
Il senatore Perduca, dopo un breve intervento, ha richiesto un voto per alzata di mano che, tuttavia, non ha avuto l’esito sperato. Voti contro da Lega, Pdl e Udc, astensione, che equivale ad un voto contrario, di Idv e voto favorevole di 3 soli Democratici, ovvero Agostini, Carloni e Vita.