2011: Bilancio Positivo di Fine Anno


 Per ogni cosa, arriva sempre il momento di fare un "bilancio complessivo", questo avviene normalmente a fine di un ciclo prestabilito.
Il Bilancio può avvenire in un certo momento della vita, a fine di un periodo difficile, a conclusione di anni di studio o di lavoro, alla fine di un'epoca o più semplicemente alla fine di un'anno solare.

Per una volta occorre dare spazio a notizie positive, che non facciano né inorridire né togliere l'appetito, come purtroppo siamo ormai abituati quotidianamente.

Per una volta occorre fare un'applauso a chi, anche se in forma anonima, combatte quotidianamente per una giusta causa, che sente provenire dal Cuore e non la sente imposta da una qualunque legge terrena.

Voglio per una volta sedermi e applaudire innanzi tutto coloro che, sentono veramente che OCCORRE UN CAMBIAMENTO EVOLUTIVO (e aggiungo Educativo) da parte dell'Uomo.
Migliaia di persone, di associazioni diverse tra loro, Lottano contro corrente ogni giorno, perché sempre più persone come loro si accorgano che il cambiamento è ormai una necessità. 
      Voglio fargli i miei complimenti, ringraziarli perché son cambiato grazie a loro, copiando e imparando da persone, senza nome e cognome, che si battono per dei principi così ovvi che prima, per un cieco come me non avevano quasi senso.
Sogno di poterVi ospitare tutti in una gigantesca tavola rotonda, in modo da accordarci a tavolino per un'azione comune con risultati che non Vi immaginereste neanche.. provare d'altronde non costa niente! Il mio contatto è questo blog. 


Un sentito applauso a chi, anche se da poco, ha iniziato a fare acquisti consapevoli, facendo attenzione che quei prodotti, pur essendo utili, non danneggino l'ambiente, gli animali e le generazioni future.
     A loro, voglio far notare quanto bene stiano generando e quanto importate sia il loro ruolo, anche se per ora non vedono alcuna differenza rispetto a prima.
Voglio spronarli a continuare il lavoro del cambiamento, spiegando e istruendo anche amici e parenti affinché capiscano i loro intenti, così da formare una catena senza più fine.



Un caloroso ringraziamento a coloro che fanno parte delle forze dell'ordine e di protezione civile - ambientale, viviamo in una società che preferisce investire i soldi nel calcio ma pretende la sicurezza low cost, del resto la madre degli stupidi è sempre incinta. 
    A loro, voglio ricordare i loro intenti e propositi personali che avevano prima di entrare a far parte di questi "corpi". 
Spiegargli che, il loro non è solo un semplice lavoro di sicurezza, ma deve servire come insegnamento civico e ambientale alle nuove generazioni, fino a quando i nostri figli e nipoti non dovranno più aver bisogno di essere protetti, ma saranno "Vigili di loro stessi". 

Un ringraziamento a coloro che dedicano gran parte della loro vita a studiare nei laboratori e nelle Università di tutto il Mondo, sognando un Mondo diverso, nel quale non ci siano sofferenze ma un benessere comune; un futuro in cui i ragazzi si appassionino a chi vive e lavora per un intento collettivo e non per chi fa parte di un reality show.
    A loro, vorrei spiegare che in alcuni casi la soluzione è più evidente di quanto sembri! Il miglior biologo e scienziato del mondo è Madre Natura, che opera da più tempo di qualunque studioso ad un benessere chiamato EQUILIBRIO. Molte malattie non esisterebbero se non ci fossero state così tante alterazioni in Natura. Lavorate insieme al Pianeta e avrete molti più risultati di quanti possiate immaginare! Forza ragazzi!!


Per ultimo stringo la mano a chi, a proprio discapito economico, produce e immette sul mercato prodotti ecologici e biodegradabili semplicemente perchè ci crede.
    A loro dico che la strada intrapresa è quella giusta e che Lottare contro le lobby non sarà mai facile ma, la ruota ormai ha iniziato a girare e non saranno le minacce a fermarla


A tutti loro, se la Natura potesse dire qualcosa, direbbe GRAZIE!


Un grande augurio a tutti quanti.
Festeggerò l'inizio del nuovo anno con la speranza di poter parlare ogni giorno di argomenti felici e positivi, di camminare per la strada senza vedere animali morti sui corpi delle persone per tenergli caldo, di non vedere più persone obese ed altre denutrite, di non preoccuparmi più che in qualche angolo del Mondo animali e territori vengano abusati per egoismo o per guadagno ed in fine che la mia vita e quella della mia famiglia non dipendano più dall'Economia consumistica.


Pellicce: le indossiamo inconsapevolmente

 

Dietro giacche, cappelli, guanti, borse, sciarpe, e accessori - anche a basso costo – ornati di pelo, si nascondono veri e propri intarsi di pellicce provenienti da animali appositamente scuoiati vivi. Volpi, procioni, cani e gatti. Spesso crediamo che nel nostro caso gli intarsi siano finti. Ma non è così.

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Fonte terranauta di Giovanna Di Stefano



Intarsi di pelliccia
Giacche con cappuccio di pelliccia
Il mercato delle pellicce, o meglio si dovrebbe parlare più specificamente del mercato degli inserti in pelliccia, le tipiche bordure di folto pelo che ornano i cappucci delle giacche, nasconde una realtà di un orrore inimmaginabile. Quasi nessuno comprerebbe più questi capi d’abbigliamento se conoscesse la loro vera origine: la sofferenza che nascondono è qualcosa di inaudito e proviene direttamente dalla Cina.

Gli animali cosiddetti ‘da pelliccia’ quali volpi, procioni, conigli, ma anche cani e gatti (che in Cina non sono considerati animali d’affezione) vengono allevati in condizioni indescrivibili: tenuti in gabbie dove possono a malapena rigirasi, costantemente esposti a venti freddi per favorirne l’infoltimento del pelo, spesso impazziscono, arrivando anche ad automutilarsi, a causa della reclusione e della privazione dei più elementari bisogni etologici tipici della loro specie, quali la socializzazione e la territorialità.
Questi animali dopo aver sofferto a lungo per la libertà negata vanno incontro ad una morte terribile. Prelevati dalle gabbie e sollevati per la coda con delle pinze, vengono portati nel luogo del massacro. Appesi ad un gancio, vivi e perfettamente coscienti, gli vengono amputate le zampe con un coltello, letteralmente segate; poi, con tutta calma, gli viene sollevata la pelle delle zampe posteriori e strappata violentemente dal corpo. Gli animali durante lo scuoiamento sono ancora vivi in quanto lo stordimento che viene praticato, sbattendoli a terra violentemente, non ha che un effetto momentaneo, per cui poi si risvegliano al momento della scuoiatura.
Se questo non bastasse, l’animale, così completamente cosciente e privato della sua pelle, rimane in vita per altri 5 – 10 minuti… Questo avviene in Cina ed è stato documentato grazie all’Associazione Svizzera per la Protezione degli Animali e l’Associazione East International che hanno condotto nell’inverno del 2004/2005 la prima investigazione al mondo sulle condizioni di vita degli animali “da pelliccia” negli allevamenti cinesi, nelle principali province in cui è praticato questo tipo di allevamento (Shandong, Heilongjiang, Jilin, Hebei).
Le riprese video di tali investigazioni sono disponibili sul web per chiunque abbia voglia di verificare con i propri occhi (www.peta.org, www.protezione-animali.com) ciò che è veramente difficile credere, ma che purtroppo è realtà.
L’atrocità di un mercato che mette in atto simili barbarie a migliaia di chilometri di distanza dall’Italia non è tuttavia così lontana come sembra. Al contrario, la ritroviamo in casa nostra: ogni volta che entriamo in un grande magazzino o in un negozio d’abbigliamento, nel reparto dei giacconi è purtroppo molto frequente trovare la serie di quelli con cappuccio impellicciato, dove quella pelliccia così soffice, calda, morbida, decisamente ‘carina’ per alcuni, non riesce proprio ad evocare, nella mente di chi non sa, nulla di sanguinoso o immorale. Anche perché, diciamolo, molti credono veramente che si tratti di pelliccia sintetica; invece quella pelliccia è vera, tanto quanto lo sono le sofferenze che hanno subito gli animali ai quali apparteneva, e che nessuno aveva diritto a strappargli.

Gatti uccisi per fare pelliccie
Spesso dietro al cappuccio del nostro giaccone si nascondo pellicce di cane e di gatto
Negli ultimi decenni il mercato della pelliccia in seguito alle campagne di sensibilizzazione promosse dalle varie associazioni animaliste, tra cui l’OIPA e la Lav, ha subito una fortissima battuta d’arresto andando incontro, alla fine degli anni ’80, ad una vera e propria crisi, registrando un vertiginoso calo (di oltre il 30%) delle vendite dei prodotti. A livello mondiale si è passati da una produzione di 48 milioni di animali nel 1988 a 31 milioni nel 1997, scesi ancora a 29 milioni nel 1999 [Fonte: Oslo Fur Auction].

Nel nostro Paese il numero di aziende complessivamente impiegate nel settore della pellicceria (allevamenti, case d’asta, conciatori, grossisti…) si è ridotto notevolmente, passando da oltre 6.000 unità nel 1991 a 3.752 nel 2002 (fonte:16° Osservatorio pellicceria italiana) anche se il dato più sorprendente è la progressiva e netta diminuzione degli allevamenti nel corso degli anni: dai 170 nel 1988 ai soli 50 nel 2002 (fonte: Camera di Commercio)
La riduzione delle vendite di pellicce ha determinato un’energica reazione delle industrie del settore e la conseguente necessità di ricercare un altro sistema per rilanciarne la commercializzazione. L’industria ha quindi escogitato, subdolamente, un nuovo modo per riproporre un capo, la pelliccia, che sembrava avere altrimenti i giorni contati, in quanto le ragioni etiche portate all’attenzione dalle associazioni animaliste avevano avuto reale presa sull’opinione pubblica al punto che la pelliccia in senso tradizionale non era più un prodotto in grado di adattarsi alle nuove tendenze, perché eticamente non accettato.
Stravolta nella forma, nella funzione (non più come indumento intero, per coprire e tenere caldo, ma come guarnizione, semplice ornamento), nella dimensione, perfino nel colore, la pelliccia venne riformulata sotto forma di ‘inserto’, ossia di piccolo ritaglio con cui rifinire bordi, cappucci, polsini, cuciture, risvolti, ecc...
A partire dai primi anni novanta gli stilisti lanciarono quindi la nuova moda: giacche, cappelli, guanti, borse, sciarpe, e accessori di qualunque tipo ‘ornati’ di pelo animale, certi che il consumatore apprezzasse il nuovo prodotto, non essendo più in grado ormai di ricondurre così facilmente quel piccolo ritaglio di pelliccia, così camuffato e rimpicciolito, ad un animale, o comunque al concetto di pelliccia. E così infatti è stato.

Ai cani tagliano le zampe
Agli animali, ancora vivi, vengono tagliate le zampe
Le guarnizioni di pelo vero hanno invaso il mercato, disorientando l’acquirente il quale di fatto alimentava il business della pelliccia senza effettivamente rendersene conto. Il fatto stesso che capi di abbigliamento così ‘addobbati’ siano stati pensati per giovani e giovanissimi, proposti a prezzi accessibili, spesso decisamente economici (oggi si trovano nelle bancarelle anche a 30 euro) ha indotto a pensare che la pelliccia non ‘potesse’ essere vera.

Sono in molti, poi, a credere che quel ritaglio di pelliccia, ancorché vero, sia comunque il sottoprodotto e lo scarto di lavorazioni di pellicce intere, più costose, e che sarebbe stato altrimenti buttato. Questa supposizione è completamente sbagliata in quanto il mercato cinese che alleva e scuoia gli animali in questo modo è invece rivolto espressamente al confezionamento di giacche con bordi in pelliccia: questa viene conciata e poi esportata in Europa dove le case di moda, dai marchi più prestigiosi a quelli della moda giovane, la lavorano cucendola su giacche e accessori.
Quando pensando di metterci al riparo dall’essere complici del massacro che avviene in Cina verifichiamo con sollievo la targhetta con scritto ‘made in Italy’ stiamo cadendo ancora una volta nella trappola. Infatti un capo made in italy può contenere un elemento di finitura di pelliccia proveniente dall’estero, senza che sussista alcun obbligo per il produttore di indicarne l’origine. Inoltre, le specie animali impiegate per gli inserti sono differenti e ovviamente meno pregiate: cani, gatti, procioni, conigli e volpi. Per le pellicce intere invece in genere si allevano visoni e cincillà.

Cane ucciso per soffocamento
Molti esemplari vengono uccisi per soffocamento per non rovinare le pellicce
La parte in pelliccia del capo di abbigliamento non viene etichettata perché non vige appunto l’obbligo quando il materiale in questione costituisce una minima parte del prodotto, come appunto una bordura; quando compare un’etichetta è sempre a titolo volontario e questo avviene perché il produttore ci tiene in quel caso a specificare l”autenticità” della pelliccia.

Allo stesso tempo, però, per mettere a tacere la coscienza del cliente non vuole rivelare la vera specie dell’animale, che spesso è cane o gatto, e utilizza pseudonimi e nomi di fantasia quali: wildcat, housecat, special skin, asian jackal, asiatic racoonwolf , dogue of China, gae wolf, gubi, kou pi, ecc… Questo sia perché la sensibilità dei clienti europei sarebbe turbata dall’idea di avere pelle di cane sulle spalle, sia anche per un problema di reali divieti, introdotti in Europa, che riguardano il solo commercio delle pellicce di cane e di gatto.
In Italia l'allevamento, l’importazione e il commercio delle pelli di cane e di gatto è illegale dal 2004 grazie alla legge 189/04 sui maltrattamenti degli animali. Naturalmente le associazioni animaliste e gli stessi consumatori - che stanno prendendo sempre più coscienza di ciò che indossano anche sull’onda della cultura del consumo critico - stanno cercando di accelerare il più possibile il processo di contrazione del mercato della pelliccia che dagli anni ‘90 ad oggi è comunque in atto, anche se, come detto, ancora lontano dall’essere definitamene debellato proprio a causa della moda degli inserti.

Lo scuoiamento di un cane
La pratica dello scuoiamento di animali ancora vivi è qualcosa di indescrivibile
Il principio al quale si appellano è, nemmeno a dirlo, di ordine etico: un paese non potrà mai definirsi civile fino a quando permetterà il commercio, sul proprio territorio, di capi di abbigliamento derivanti da simili atrocità.

In seguito ad azioni di pressione di AIP (Attacca l’industria della pelliccia), da tre anni a questa parte, alcune importanti catene di abbigliamento sono state convinte ad adottare una politica “fur free”, ossia a non vendere più abbigliamento che contenga pellicce.
Tra le altre troviamo UPIM, La Rinascente, Oviesse, COIN, Coop, Guess, Zara, Stefanel. La speranza è che sull’esempio di queste grandi catene di negozi che hanno il potere di influenzare un’ampia fetta di mercato, il trend di giovani e meno giovani subisca una significativa svolta verso un abbigliamento cruelty free, per lo meno per quello che concerne le pellicce, ossia il mercato che uccide gli animali appositamente ed esclusivamente per la loro pelliccia.

Piumini d'Oca: Un Caldo Inverno... di Terrore


Piumino d’oca: la tortura che riscalda

Quanta morbidezza è racchiusa in un piumino d’oca? Tanta, lo pensano tutti. Quanta sofferenza, però, si nasconde dietro quello stesso piumino? La soffice imbottitura cela un dolore indicibile: quello delle oche che, per realizzare quella trapunta, sono state spennate vive e senza anestesia. A noi consumatori non resta che scegliere se continuare ad essere complici di questo crudele mercato oppure boicottare tutti i prodotti insanguinati ed intrisi di immoralità.

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di Giovanna Di Stefano fonte: terranauta

piuma
Quanta morbidezza è racchiusa in un piumino d’oca? Tanta, lo pensano tutti
Spesso accade che prodotti venduti sul mercato, decisamente non eticiin quanto realizzati sfruttando e torturando gli animali, abbiano delle caratteristiche tali, al tatto e alla vista, da ispirare sensazioni piacevoli: tenerezza, morbidezza, calore. A questo si aggiunge il fatto che quando un prodotto, soprattutto di vestiario, è di origine animale anziché sintetica sembra essere portatore, agli occhi del consumatore poco avvezzo ad analizzare ciò che acquista, addirittura di un valore aggiunto, ossia la “naturalezza”.
L’equiparazione tra "l’essere naturale" e "l’essere di origine animale" viene sempre sapientemente esaltata in chiave positiva e spesa dalle case di moda che perseguono come fine un incremento delle vendite e del prezzo stesso. È il caso delle pellicce, ad esempio, per cui capita a volte di imbattersi in etichette su guarnizioni di pelo animale che recitano “pelliccia vera: prodotto naturale che rispetta l’ambiente” .
Il marketing, si sa, non si ferma di fronte a nulla pur di vendere e attua operazioni di comunicazione che si fondano sull’emotività e sulle sensazioni superficiali degli acquirenti, ben sapendo che pochi di loro avranno la voglia e il tempo di approfondire e di riflettere su ciò che gli viene proposto. È difficile, questa è la triste realtà, che il cliente arrivi a realizzare che un animale chiuso per tutta la sua breve vita in una gabbia grande quanto se stesso e poi scuoiato (spesso anche vivo) è tutto fuorché qualcosa che si possa definire “naturale” e che i liquami e gli escrementi prodotti dall’allevamento, nonché i prodotti chimici ad altissimo tasso di tossicità utilizzati per la conciatura, siano al contrario dannosissimi per l’ambiente.
piumino
Alla fine ne siamo convinti: il piumino vero d’oca è migliore. Ma non ci hanno raccontato tutta la verità
Tuttavia, se nel caso della pelliccia è più raro, per il piumino d’oca, invece, l’utilizzo del termine “naturale” è la norma. Entrando in un negozio per acquistare ad esempio una trapunta, qual è la commessa che proponendovi quella imbottita con piume vere d’oca non ve la presenta, orgogliosa e sorridente, come prodotto di alto pregio e ‘naturale’? Quanta morbidezza, che calore avvolgente che si prova maneggiando uno di questi piumini, è veramente soffice ed irresistibile al tatto! Tutto sembra proprio dar ragione alla commessa e alla fine ne siamo convinti: il piumino vero d’oca è migliore. Ma non ci hanno raccontato tutta la verità. Ci hanno mostrato solo il risultato finale, ossia il prodotto in vetrina, di una filiera di produzione che non avremmo mai condiviso e che ci farebbe decisamente inorridire (per quello nessuno ce la racconta!).
Questa soffice e calda imbottitura contiene infatti una sofferenza indicibile: quella delle oche che, per realizzare quella trapunta, sono state spennate vive, senza anestesia, tra sofferenze così atroci che alcune di loro muoiono addirittura di crepacuore durante la crudele operazione. Le oche vengono di regola spennate ad appena 2 mesi di vita, quando sono quindi ancora dei pulcini e le loro piume sono molto morbide. Dopo averle afferrate con violenza, appese per il collo e aver loro legato le zampe, le lavoranti, con una freddezza e un’indifferenza raggelante (vedi video), strappano tutte le piume delle povere vittime che si contorcono e urlano dal dolore, impotenti sotto le mani di operaie ormai assuefatte ad infliggere torture.
allevamento intensivo
Per una maggiore produzione si è ricorso agli allevamenti intensivi in grandi capannoni al chiuso, causa di stress per gli animali
Per una maggiore produzione si è ricorso agli allevamenti intensivi in grandi capannoni al chiuso, causa di stress per gli animali, in cui ciascuna operaia spiuma fino a 100 oche al giorno: una ogni 3-4 minuti. Non c'è tempo per lavorare con delicatezza e nessuna sembra accorgersi più delle grida di dolore delle oche: per loro questo lavoro pagato a cottimo è diventato un'abitudine e più oche spennano più sostanzioso è il compenso.
Le oche, così traumatizzate e spogliate del loro piumaggio, vengono ributtate nel recinto; giaceranno a terra tremanti, per ore, in uno stato di apatia e di vero shock, sofferenti per il freddo e per le ferite aperte provocate dalla violenza dello strappo durante lo spiumaggio. Dopo due mesi l’operazione verrà ripetuta, e poi per altre 2 volte. A circa 8 mesi di vita quindi, quando la qualità delle piume comincia a risentire dei ripetuti ‘strappi’, per alcune oche, le più fortunate, il calvario finirà, in maniera cruenta ma comunque finirà: verranno uccise per decapitazione e la loro carne venduta. Le altre invece andranno incontro ad una delle più atroci torture che l’uomo si stato mai in grado di escogitare sugli animali: l’ingozzamento forzato per la produzione di fegato grasso d’oca. Per settimane le oche verranno iperalimentate forzatamente, con un imbuto infilato nel becco fin giù nello stomaco, affinché il loro fegato si ammali e diventi enorme, fino a 10 volte la dimensione normale; poi saranno ‘pronte’ e quindi uccise.
pulcini
Le oche vengono di regola spennate ad appena 2 mesi di vita, quando sono ancora dei pulcini e le loro piume sono molto morbide
Lo spiumaggio da vive - definitoestremamente crudele dai veterinari e persino dagli stessi avicoltori - consiste nel rimuovere il manto più morbido, quello che precede la formazione delle penne vere e proprie, per questo motivo ne sonovittime i pulciniLa piuma è una produzione cornea dell’epidermide di tutti gli uccelli: costituisce il rivestimento contro il freddo ed ha finalità di termoregolazione per cuiassolve a funzioni fisiologiche fondamentali. Per questo oltre al momento, terribile, dello spiumaggio, questi animali risentono del fatto di rimanere sprovvisti del loro manto per il periodo successivo. Questo trattamento infatti può anche comportare lamorte dell’animale per lo stress cui viene sottoposto o per il freddo che deve poi sopportare.
Le piume d'oca possono oggi essere facilmente sostituite con imbottiture sintetiche, come ad esempio l’ovatta di poliestere, già largamente utilizzata nei divani, ma anche nei giacconi e nei piumoni da letto.
Sebbene molti oggetti che ci circondano siano realizzati con piume strappate agli animali, non è difficile evitarli perché le alternative esistono e sono validissime, tanto che già hanno conquistato parte del mercato dei prodotti imbottiti. Per dare un contributo fattivo alla fine della barbarie di cui sono vittime le oche è necessario che i consumatori si soffermino a verificare ogni qualvolta si apprestano ad acquistare una trapunta, un giaccone imbottito, un divano, un sacco a pelo, un cuscino o altro quale sia il loro contenuto. La verifica è molto semplice e non comporta particolari indagini in quanto le etichettature in questo caso sono sempre molto chiare: lì dove vi è il piumino d’oca stiamo pur certi che viene sempre riportato in etichetta in quanto è considerato un fattore di pregio ed il prezzo è sensibilmente più alto.
piumini
A noi consumatori non resta che scegliere se continuare ad essere complici di questo crudele mercato oppure boicottarlo
Solamente boicottando questiprodotti insanguinati ed intrisi di immoralità e sofferenza è possibile decretare una contrazione del mercato, un conseguente aumento del loro prezzo e quindi una sempre minore concorrenzialità del piumino d’oca rispetto alle alternative etiche: un nostro piccolo gesto per non essere complici inconsapevoli di un mercato senza scrupoli.
I principali paesi che adottano questo procedimento crudele sono la Polonia, l’Ungheria e la Romania, dove circa il 60% della piuma prodotta viene ottenuta con la spiumatura dell'oca viva. Il maggior produttore rimane l’Est Asiatico, specie per il piumino d'anatra, ed in particolare la Cina, che detiene questo e molti altri tristi primati: principalmente le fattorie della bile, dove gli orsi asiatici vengono imprigionati a vita per la mungitura della loro bile e gli allevamenti di procioni, cani e gatti, rinchiusi e poi scuoiati vivi per la vendita all’ingrosso della loro pelliccia alle case di moda di tutto il modo.
Fra i paesi produttori di piumino d’oca da citare anche Islanda, Francia, Irlanda, Gran Bretagna, Canada, infine l'Italia. In Svizzera la spiumatura delle oche vive è vietata dalla legge, ma comunque è ammessa l’importazione delle piume ottenute in quel modo.
È possibile e doveroso non rimanere indifferenti nei confronti di questi metodi di produzione, che senza dubbio non fanno onore alla nostra società.

Schiavi dell'Economia Mondiale



Il commercio..
Sarebbe in fondo una cosa intelligente, inventata dall'Uomo, se non fosse sopravvalso il senso di avidità, egoismo e superiorità, che è degno del nostro DNA.
Il commercio è semplicemente la voglia di "scambio", che fù inventato il giorno dopo alla nascita dell'Uomo, da egli stesso.
Partì con una forma di baratto, che ben presto venne semplificato in un circuito economico basato su una semplice unità di misura: la moneta d'ORO.
Non venne valutata però, la quantità esponenziale di invidia ed avarizia che, con il corso degli anni, sarebbe man mano aumentata attorno a quel "pezzo di metallo".
In nome dell'ORO uccidemmo innocenti, conquistammo territori, schiavizzammo popolazioni intere, riducemmo alla fame milioni di famiglie, chiamammo in causa perfino Dio per giustificare guerre e torture!
Da un principio di semplificazione si arrivò ben presto a obbligare la maggior parte degli uomini sulla Terra alla povertà, e peggio ancora alla loro perenne aspirazione della ricchezza.
Fino agli anni '80 la Borsa serviva come un mezzo di "domanda" e "offerta" di un bene, dandogli così un valore; in pochi anni capimmo che la vera ricchezza sarebbe girata attorno ad un concetto astratto di PRESTITO, fu l'inizio della fine.





Ma cos'è il "prestito" visto dagli occhi di un comune mortale come noi?

E' una parola che racchiude tanti concetti, da quello di  investimento a quello economico, etico, solidale, morale ecc.
Oggi il vero ricco è invisibile, perchè non è più valutato in base a quanti soldi abbia in banca o addosso, ma su quanto sia capace di farne "impiccando" la gente con un'impegno di pagamento a lungo o eterno termine.

Allora come facciamo a distinguere chi è il burattinaio in tutto questo cambiamento?

Non ci è dato sapere il nome o la figura di chi stia tirando realmente i fili, perchè così facendo non potremo mai smascherarlo.
Cerchiamo da anni un capro espiatorio in una figura popolare, che in questo momento ci stia molto antipatica, può essere un personaggio politico, un no-global, un'imprenditore, un indignato, un presentatore televisivo, un'oppositore...
Chiunque abbia voglia di incarnarsi in un burattino che dica tante verità scontate e che non faccia mai niente per risolvere la situazione, fa al caso giusto; purchè si faccia insultare liberamente e distragga la massa dalla verità.
Per ogni marionetta eliminata ne spuntano al posto altre tre. Pensaci, quante persone sono già salite e scese dalla scena pubblica senza cambiare mai niente?

E' possibile che dietro ad un piccolo debito ci sia tutto questo?

Purtroppo, la piccola forma di credito è solo la punta dell'iceberg.
Esistono società con nomi improponibili, che in belle o in cattive maniere impongono ai nostri Governi di impegnarsi in veri e propri finanziamenti a lungo termine con interessi folli. Per pura coincidenza alcune di quelle sono proprio quelle che danno i voti ai nostri Governi, che strano!
Ecco perchè in 50 anni tutto il Mondo è finito in una ragnatela di debiti assurdi, nel quale nessuno si arricchisce ma tutti pagano.

Ma tutti i soldi che c'erano prima dove sono finiti?

Diciamo che qualcuno si è divertito a giocare a Monopoli in larga scala.
I giocatori sono diventati i Governi mondiali, gli immobili sono i cittadini e le loro vite. I soldi cartacei, che ognuno aveva in precedenza, sono finiti dritti nella cassa della banca, che ne ha imprestati di più di quanti ne avesse in realtà, creando così una moneta virtuale e ipotetica. Minacciando con la restituzione immediata dell'intera somma, che provocherebbe il default della nazione. le banche e gli istituti di credito tengono al guinzaglio i vari Premier, obbligandoli ad eseguire ogni loro losca richiesta.
I giocatori, nella morsa del debito temporeggiano, cercando di recuperare dai propri debitori gli ultimi soldi per poter rimanere a galla il più possibile, tenendo pronta la valigia in caso di perdita.

Se tutto questo fosse vero, cosa potrebbe succedere?

Niente di buono, se non ci inventiamo subito un cambio di rotta finiremo ben presto a ricordare la libertà ed i diritti dell'Uomo come una fiaba lontana.

Quindi, dobbiamo arrenderci alla realtà dei fatti?

Assolutamente NO!
Dobbiamo prendere consapevolezza della situazione in cui ci troviamo e allontanarci dal sistema economico basato dal predominio delle banche.
Utilizzare il sistema monetario solo come mezzo di scambio, assicurando un salario minimo e imponendone uno massimo ad ognuno di noi.
Cosciente del fatto che non sarai mai povero o ricco vivrai la tua Vita basandola su valori diversi dalla divisione in caste come è sempre successo.
L'Uomo sarebbe libero di poter sfruttare le proprie capacità artistiche, lavorative ed intellettuali, così allo stesso tempo disporne per il progresso della razza Umana e per il bene delle altre creature viventi sulla Terra.

Vivisezione: il capitolo più nero della storia della medicina


Ogni specie è differente per metabolismo, anatomia, fisiologia e genetica e, quindi, nessun risultato conseguito sugli altri animali sarà mai estrapolabile all’uomo. Le specie utilizzate sono uguali a noi solo in un aspetto: nella capacità di soffrire. Ma il numero degli animali sottoposti alle brutalità della vivisezione è altissimo ed in costante aumento.

Vivisezione: il capitolo più nero della storia della medicina.
Il medico e premio Nobel Albert Schweitzer ha affermato: “Coloro che sperimentano sugli animali non dovrebbero mai acquietare le proprie coscienze dicendosi che queste azioni avrebbero uno scopo lodevole”.
Quindi, cosa sono la vivisezione e la sperimentazione animale? Perché avvengono? Che benefici portano al progresso scientifico? Innanzitutto è necessario dire che il termine vivisezione non indica solo “sezionare animali in vita” ma è sinonimo di sperimentazione animale, cioè, “ogni tipo di esperimento che avviene sugli animali”. Le specie più usate nella sperimentazione animale sono roditori, cani, gatti, scimmie e conigli. Vengono mutilati, avvelenati, accecati, affamati, bruciati, ghiacciati, schiacciati, decerebrati, ustionati, infettati con malattie, assoggettati a stress, shock e privazioni.
Ogni anno nel mondo vengono sottoposti alla vivisezione dai 300 ai 400 milioni di animali. In Italia ogni anno viene vivisezionato circa 1 milione di animali e, purtroppo, queste cifre sono in constante aumento. Solo un anno fa il Parlamento europeo ha approvato la Direttiva pro vivisezione, la quale, non mette alcun limite ai vivisettori, non inserendo neppure un metodo sostitutivo ai test sugli animali e permettendo, tra le varie crudeltà, la sperimentazione anche su cani e gatti randagi. I diritti degli animali sono stati letteralmente dimenticati da quest’approvazione in nome dello strapotere monetario delle multinazionali del farmaco.
Il 30% degli esperimenti riguarda la medicina. Il restante 70% riguarda esperimenti per testare prodotti cosmetici, industriali (detersivi, saponi, inchiostri, ecc.), bellici (gas tossici, radiazioni nucleari, armi batteriologiche, nuovi proiettili, ecc.) e per prove psicologiche comportamentali.
Perché i ricercatori continuano ad utilizzare gli animali negli esperimenti di vivisezione? La risposta è semplice: le industrie farmaceutiche e cosmetiche muovono un business miliardario. Attraverso gli studi sulla vivisezione, gli “scienziati” promuovono o condannano facilmente una determinata sostanza, in relazione alle attuali esigenze di mercato. Gli esperimenti sugli animali rappresentano un facile sistema per fare carriera, attraverso pubblicazioni di esperimenti che nei concorsi vengono notevolmente valutate. Di conseguenza, queste pubblicazioni, porteranno pubblicità e consentiranno ai ricercatori di avvalersi dei finanziamenti (spesso denaro pubblico) messi a disposizione dai vari Consigli Nazionali di Ricerca.
“Nessuno scopo è così alto da giustificare metodi così indegni”
Albert Einstein
Molte persone pensano che la sperimentazione animale sia necessaria per un progresso scientifico atto a salvare vite umane. Questo perché, spesso, gli stessi vivisettori fanno leva sull’emotività umana ponendo domande del tipo: “Preferite salvare un animale o un bambino?”.  Ma questo non è assolutamente vero. La vivisezione, oltre a recare enormi sofferenze agli animali, non porta nessun beneficio all’uomo. È inattendibile perché nessuna specie animale può costituire il modello sperimentale per nessun’altra perché ognuna reagisce sempre in modo totalmente diverso dalle altre. È controproducente perché può ritardare scoperte importanti e mette in commercio sostanze che sono risultate innocue durante le prove sugli animali in laboratorio ma che possono rivelarsi tossiche per l’uomo. Infatti, ogni anno, moltissimi farmaci e cosmetici vengono ritirati dal mercato per la comparsa di effetti collaterali, anche gravi.
Già oggi queste metodologie crudeli sono solo una parte del mondo della ricerca scientifica vera ed utile all’uomo ed alla natura. Eccovi un esempio concreto di quanto detto: la Novo Nordisk, azienda con sede in Danimarca, è la prima ditta farmaceutica che ha detto stop ai test sugli animali. I test verranno condotti su cellule in coltura, non più sugli esemplari vivi. Inoltre ciò permetterà di ottenere risultati più accurati e che garantiranno maggiore affidabilità.
Ho deciso di evitare qualsiasi video che mostri immagini crudeli dei vivisettori. Però voglio lasciarvi un messaggio positivo e di speranza per un futuro migliore in cui io credo ancora.
Questi 40 beagle, cresciuti in un laboratorio in Spagna, sono stati salvati dalle mani dei vivisettori grazie al progetto Freedom Beagle, che tenterà ora di dargli una nuova vita attraverso un programma di adozioni. Vi invito, però, ad osservare il terrore che questi cagnolini hanno a fare il loro primo passo verso la libertà. Cosa avranno subito? Cosa avranno visto quegli occhi?
Per darvi degli esempi concreti delle sofferenze che gli animali subiscono a causa della vivisezione vi cito un breve passo tratto da ” L’Imperatrice Nuda ” di Alexander Hans Ruesch, libro in cui l’autore, con importanti medici e scienziati, fa una forte e documentata requisitoria contro i test sugli animali: “…si squarta una cagna gravida per osservare l’istinto materno sotto il dolore intenso… si costringono dei cani a bere soltanto alcool puro per oltre un anno, per ottenere la prova scientifica che l’abuso di alcool è nocivo. Migliaia di topi, conigli e cani, per lo più tracheotomizzati, vengono costretti a fumare sigarette per mesi e anni, e naturalmente molti
muoiono: ma gli sperimentatori subito avvertono che non è possibile alcuna trasmissione di dati validi all’uomo…”.
A questo link potrete trovare un breve documentario sul tema della vivisezione ma vi anticipo che le immagini sono molto forti.
http://www.tvanimalista.info/video/vivisezione/motivazioni-no-vivisezione
È ora di finirla con queste attività disumane. Voi cosa ne pensate?


Articolo tratto da fanpage