Vedi ciò che vedo io?



Vedi ciò che vedo io?

Vedo 7 Miliardi di persone che vivono sul Pianeta Terra;

Vedo 30.000 bambini morire di fame ogni giorno;

Vedo super-modelle mezze nude che sfruttano se stesse e vendono la loro anima;

Vedo 1 Milione di Libbre di cibo gettate via ogni giorno;

Vedo decenni di film e show televisivi inumani e desensibilizzanti;

Vedo assassinii a sangue freddo per soldi, proprietà e potere;

Vedo 100.000 anni davanti a noi, di Uranio Impoverito tossico;



Vedo la Terra completamente risucchiata della sua linfa vitale, il Petrolio;

Vedo 4 Miliardi di Umani che vivono in un mondo di illusioni;

Vedo i reati delle grandi aziende venire trascurati semplicemente per profitti individuali;

Vedo un complesso militare industriale che crea genocidio in tutto il mondo;


Caro cliente…la Domenica scelgo io.


Io con i centri commerciali…ci campo.
Letteralmente, s’intende.
Lavoro in un negozio di un centro commerciale della mia città, e devo ammettere con orgoglio che economicamente mi sta molto gratificando, sebbene sia un contratto part-time e ovviamente a tempo determinato.
E’ un lavoro piombato dal cielo, non l’avevo espressamente richiesto (non che ricordi), mi tiene in forma e attiva. Fin qui tutto positivo, una voce positiva tra le migliaia che urlano “Non ho un lavoro, fatemi lavorare!”.
Ma……c’è sempre un “ma”……io non ho chiesto di lavorare la Domenica.
Io ho chiesto un lavoro, e voglio lavorare ed essere pagata per ciò che giustamente mi spetta. Voglio un lavoro retribuito secondo la legge, voglio le ferie, voglio i permessi e i giorni di malattia, i congedi parentali etc etc….voglio un Lavoro come di questi tempi ce n’è pochi, molto pochi.
E ce l’ho.
Io ho le ferie, le malattie, i permessi studio, le ore straordinarie pagate. Io ho anche il turno di notte ben pagato, ma quando devo lavorare di notte, mi viene chiesto se intendo farlo, se posso farlo. E sta a me dire “si” o “no”.  E’ sempre un “si” il mio: sono soldi in più (sicuri al 100% nella busta paga successiva), la mattina dopo posso dormire e a negozio chiuso si lavora in serenità senza divisa e senza clienti intorno!
Però non capisco…se mi viene chiesto il permesso di lavorare la notte, perchè non mi si chiede se voglio lavorare la Domenica?!  Viene pagata come straordinario, esattamente come la notte.
Forse non viene chiesto perchè molti dipendenti rinuncerebbero volentieri ad un turno la Domenica piuttosto che ad un turno di notte. Che tu la notte dorma o meno, importa solo a te, non togli tempo a nessuno, non togli tempo a te stesso (certo di notte non puoi andare a fare la spesa o a far controllare la macchina, o a tagliarti i capelli o a fare shopping…). Ma la Domenica……la Domenica è sacra.
La Domenica è il giorno in cui decidi solo tu cosa fare della tua giornata: puoi alzarti e stare in pigiama tutto il giorno, o puoi alzarti all’alba e andare a scalare una montagna. Puoi invitare parenti e amici a pranzo, o essere invitato, puoi andare a fare una passeggiata al mare o una scampagnata in pineta, puoi andare a Messa, o a guardare (e magari FARE) del sano sport.
Puoi prendere per mano i tuoi bambini e portarli in campagna, fargli sporcare le mani con la terra e l’acqua, fingendo di essere stregoni che creano pozioni magiche. Puoi dar loro un pallone e insegnargli a tirare in porta (disegnata a muro col gesso), o saltare con loro a “ria” o a “campana”.
Ci sono così tante cose che puoi fare la Domenica, che scriverle sembra anche banale. Finirei per annoiarmi anche io a immaginarle e scriverle tutte.
Quest’inverno è durato oltremisura. Dalle mie parti ha piovuto così tanta acqua, ma così tanta….che ci sentivamo umidi dentro. Ha pure nevicato per Capodanno e per noi isolani è stato magico e straziante (non abbiamo i mezzi per affrontare nevicate improvvise). E ha piovuto per due mesi senza sosta, lasciandoci con temperature sotto i 15°C quando in realtà dovrebbero essercene già almeno 20°. Stanno finalmente prendendo forma le prime giornate di Primavera. Le abbiamo aspettate, desiderate. Volevamo tutti toglierci il cappotto, volevamo sentire il calore del sole sul viso, volevamo finalmente andare a raccogliere asparagi per i campi, volevamo scendere al mare e passeggiare in spiaggia senza il vento fastidioso. Volevamo sentirci finalmente asciutti.
Eppure…non capisco…

Lavorare la Domenica? No Grazie!


L’apertura festiva dei supermercati non è un argomento che lascia assolutamente indifferenti.
In un momento storico nel quale gli italiani non hanno ancora il piacere di essere legiferati da un Governo democraticamente scelto dal Popolo, la crisi ha dimezzato il potere d'acquisto, la disoccupazione è alle stelle, inoltre ogni giorno si contano almeno 6 suicidi e centinaia di esercizi tirano giù la serranda; la Domenica, per gentil concessione del decreto "Salva Italia" di Monti, le famiglie possono allegramente recarsi nei propri Centri Commerciali preferiti per fare SHOPPING!!!
In questo articolo cercheremo di riassumere le opinioni e l'umore di tutti coloro che pensano che la liberalizzazione delle festività non solo non ha assolutamente migliorato la vita, ma l'ha persino peggiorata!!

Che cosa comporta la liberalizzazione delle aperture?

Nella sezione che riguarda le “Disposizioni per la promozione e la tutela della concorrenza”, all'articolo 31 del decreto 201 del 6 dicembre 2011, si eliminano i vincoli negli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali. In poche parole i negozi della piccola e grande distribuzione possono decidere autonomamente di tenere aperto anche 24 ore su 24 o negli orari che ritengono più convenienti.
Gli esercizi commerciali che il Ministero dello Sviluppo Economico contava in Italia nel 2011 erano oltre 776 mila; Confesercenti denuncia oggi un buco nero di più di 10.000 attività scomparse soltanto dall'inizio del 2013...
La grande distribuzione in testa, attuata la manovra, si preparò a tenere al massimo le serrande alzate, mentre da sindacati e amministrazioni regionali, inermi a questa liberalizzazione folle, si elevò soltanto qualche dissenso.

Chi agevola questa "Nuova Libertà di Apertura"?

Raccomando a chi ha un tumore di NON bere latte di mucca

Berrino e latte
«Ogni bicchiere di latte di mucca raddoppia la quantità dell’ormone IGF-1 nel corpo umano, sostanza che sostiene l’aumento di dimensioni del cancro». Robert Cohen, Milk, A-Z
L’informazione ormonale del latte, quella della crescita veloce (utile al vitello che cresce fino a 300 Kg in pochi mesi) potrebbe avere a che fare con la crescita veloce di cellule come fibromi, sarcomi, cancri. Il Prof. Franco Berrino, Medico Epidemiologo del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva di Milano, lo spiega chiaramente:
Io mi baso su un ragionamento, so che chi beve latte ha i livelli di IGF-1 più alti nel sangue, una quindicina di studi lo hanno coerentemente mostrato. Chi ha i livelli più alti nel sangue, e questi sono i nostri grandi studi prospettici che lo dimostrano, si ammala di più di cancro. Conosco un solo studio, che è il nostro, che ha guardato i fattori di crescita in rapporto alla prognosi dei tumori della mammella: è un piccolo studio, fatto soltanto su 110 pazienti, ma troviamo che chi ha i fattori di crescita più alti si ammala di più di metastasi.

87% dei polli del supermercato sono pieni di antibiotici!

Pollo pieni di batteri ed antibiotici

Le condizioni di vita pietose in cui vivono gli animali da allevamento, che non possono muoversi incastrati in gabbie metalliche circondati da escrementi e mangime pieno di ormoni che li fanno crescere velocemente, li porta a sviluppare malattie, per questo ricevono dosi massiccie di antibiotici.
TERRIBILI CONDIZIONI DI VITA CHE L’UOMO STA CAUSANDO
Provate a immaginare di passare la vostra vita in piedi su una mattonella: questo è ciò che accade alle galline da carne e ovaiole nel nostro paese, in Europa, in nord Africa. Lo spazio a loro disposizione è di 450 centimetri quadrati, corrispondente all’area di un foglio A4. Come se non bastasse, per evitare che si mangino a vicenda, con una pinza viene tagliato loro il becco, vengono bruciati i tendini delle ali e inferte altre mutilazioni utili alla produzione. A loro, sottoposti a un’alimentazione forzata, non è mai concesso il riposo, dato che vivono sotto la luce accesa 24 ore su 24.

Sicurezza della carne di pollo, manzo e vitello - Ormoni antibiotici beta agonisti



l problema della sicurezza della carne riguarda soprattutto le sostanze che vengono somministrate agli animali, che possono essere presenti come residui nelle carni che acquistiamo.
Le sostanze, lecite e illecite, impiegate nell'allevamento sono le seguenti:
  • antibiotici, usati per curare gli animali malati ma anche a scopo preventivo. Negli allevamenti industriali gli animali vivono in spazi ristretti che favoriscono lo sviluppo e la diffusione rapida di eventuali epidemie. A tutti gli animali, quindi, vengono somministrati farmaci allo scopo di prevenire eventuali malattie. Questi antibiotici possono rimanere nella carne macellata, e la legge impone dei limiti massimi da non superare.
  • anabolizzanti: questi prodotti sono vietati dalla legge europea, mentre alcuni di essi sono leciti in USA. Servono per aumentare la massa degli animali, soprattutto dei vitelli da latte e dei vitelloni, fino al 10-20% in più e accorciando i tempi di allevamento.
  • cortisone: anche questa sostanza è vietata dall'unione europea. Viene somministrata insieme agli anabolizzanti. Serve a dare benessere all'animale a fine ciclo, quando è stanco e stressato: lo fa stare bene e mangiare di più.
  • beta-agonisti o beta-stimolanti: si legano a specifici recettori delle cellule, modificandone il metabolismo a favore della crescita muscolare.

La situazione attuale

Report: Vitelli Dopati e Consumatori Ingannati





Senza due inchieste della magistratura di Cuneo oggi le carni dopate di migliaia di vitelli sarebbero finiti sulle tavole. E' bastato corrompere un veterinario della Asl, e due grandi allevatori italiani di vitelli avrebbero potuto fare i loro sporchi affari sulla pelle degli ignari consumatori. Eppure tutti, dai grossisti ai macellatori, sapevano dell’utilizzo delle siringhe agli anabolizzanti. Ma per scoperchiare il sistema è stata necessaria un’indagine degna dell’antimafia, con intercettazioni e pedinamenti, e questo perché i controlli non avevano rilevato nessuna anomalia. I nostri ministri negli anni hanno decantato un sistema di controllo efficace che però efficace non è. E gli allevatori ne sono ben consapevoli visto che alcuni di loro sanno come aggirarlo, e anche i nostri ministri. Gli unici che non lo devono sapere sono i consumatori, che anzi, vanno rassicurati, perché se fossero informati di come funziona effettivamente la filiera, non comprerebbero più. Report racconta cosa si nasconde dentro quelle stalle: dall’uso sistematico dei farmaci (lecito), all’incapacità del sistema di controllo, europeo e quindi italiano, a scovare i trattamenti illeciti. Dall’inchiesta emerge anche come la politica europea ha consentito negli anni di aggiungere di tutto al latte artificiale. Alla fine viene il sospetto che tutti chiudano gli occhi per agevolare l’industria dell’allevamento intensivo. 



Carne bovina italiana trattata con anabolizzanti e sostanze vietate

carne ormoni


Fino al 15% della carne bovina italiana è trattata con anabolizzanti e sostanze vietate. Lo dice il piano di monitoraggio commissionato dal Ministero della salute 



Fino al 15% della carne bovina italiana è trattata con steroidi anabolizzanti, corticosteroidi e altre sostanze vietate. Questo è quanto emerge dai test istologici realizzati in Italia per individuare gli effetti delle sostanze vietate su alcuni organi dei bovini. Con questa tecnica si individuano percentuali decisamente più elevate rispetto ai valori dei test chimici che sono sempre molto tranquillizzanti. In alcuni casi si arrivano a toccare punte del 15%. Sono i preoccupanti risultati dall’ultima relazione del piano di monitoraggio compilata 12 giorni fa dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta che Il Fatto Alimentare è riuscito a visionare.


La questione non è nuova. Possiamo dire tranquillamente che il trattamento illecito dei bovini è una costante negli ultimi 40 anni non solo in Italia ma anche in Europa. L’ultima nostra denuncia risale al 31 dicembre 2013 con un’inchiesta firmata da Valentina Murelli dove si stimava che il 15% dei capi macellati in Italia sono trattati. La percentuale deriva da indagini condotte con un metodo biologico alternativo alle metodiche chimiche, il metodo istologico rapido ed efficace ma non ancora riconosciuto ufficialmente. Dallo screening erano emersi 968 campioni giudicati “sospetti”. Ecco cosa scrivevamo allora.

Un 11 settembre francese? Chi ha ordinato l’attentato contro Charlie Hebdo?




Di Thierry Meyssan - voltairenet.org
7 gennaio 2015, un commando fa irruzione nei locali parigini di Charlie Hebdo e uccide 12 persone, ferendone gravemente altre 4. Nei video si sentono gli assalitori urlare “Allah Akbar!” e dire che hanno “vendicato Maometto”. Una testimone, la vignettista Coco, ha detto che gli assalitori si dichiaravano membri di Al Quaeda. Questo è bastato perché molti francesi denunciassero un attentato di matrice islamica. Ora, questa ipotesi è illogica.
La missione del commando non ha alcun legame con l’ideologia jihadistaIn realtà dei veri membri o simpatizzanti dei Fratelli Mussulmani, di Al Quaeda o dell’Isis non si sarebbero accontentati di uccidere dei vignettisti atei, avrebbero prima di tutto distrutto gli archivi del giornale sotto i loro occhi, sul modello di quello che hanno fatto nella totalità delle loro azioni in Maghreb o Medio Oriente. Per un jihadista il primo compito è distruggere gli oggetti che, a suo modo di vedere, offendono Dio, e solo in seguito punire i «nemici di Dio».
Allo stesso modo, non sarebbero subito fuggiti dalla polizia senza prima aver portato a termine la loro missione, anche a costo di morire sul posto.
Peraltro i video e alcune testimonianze mostrano che gli assalitori sono professionisti. Sanno maneggiare le armi e hanno sparato a colpo sicuro. Non erano vestiti alla maniera dei jihadisti, ma come un commando militare. Il modo in cui hanno freddato un poliziotto ferito a terra, che non rappresentava più un pericolo, dimostra che la loro missione non era quella di «vendicare Maometto» dal sarcasmo di Charlie Hebdo.

La strage di Parigi, i conti non tornano #CharlieHebdo


L'attentato di Parigi
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Intervento di Aldo Giannuli
"Come in tutti i “grandi casi” (Kennedypiazza FontanaPalme11 settembre, morte di Osama bin Laden ecc. ec.), anche in questo di Parigi, i conti non tornano e ci sono un sacco di cose da spiegare:
1. Come mai un obiettivo sensibile -come la redazione di Charlie Hebdo- era così debolmente protetto? Vista da questo angolo visuale, la vignetta che presagiva l’attentato appare come una cosa più sinistra di un semplice presentimento.
2. I servizi francesi sono fra i migliori del mondo ed hanno una scuola di pensiero molto avanzata, ma poi si fanno fregare in questo modo da tre ragazzi che vanno in giro armati di kalashnikov a fare strage di giornalisti? A quanto pare, sembra che non abbiano alcun controllo dell’ambiente jihadista presente sul proprio territorio, al punto di non essere capaci di monitorare neppure i reduci dalle guerre mediorientali.
3. E le armi, gli attentatori, dove se le sono procurate? Portate appresso dalla Siria? E i francesi se le sono fatte passare sotto il naso? Bella groviera sono i controlli! La mala vita, come suggerisce Loretta Napoleoni sul Fatto? Ma, da sempre la malavita è la cosa più infiltrata dalla polizia, per cui, se anche la cosa è sfuggita prima, ora dovrebbe essere relativamente (dico relativamente) agevole risalire agli attentatori.
4. “Gli attentatori sono provetti professionisti del mitra”, anzi no, “sono principianti che fanno errori da recluta come intrecciarsi sulle rispettive traiettorie di tiro durante la ritirata” e sbagliano pure indirizzo al primo colpo. La maggioranza dei giornali è del primo parere (professionisti), il Corriere della sera (8 gennaio) invece mette in risalto i diversi errori che fanno pensare a persone di recente addestramento. Mi sembra più plausibile la seconda ipotesi.