Vivisezione: Quello che i TEST Nascondono

Tratto dal sito: zampette.it


Dei barbari afferrano questo cane, che supera tanto l'uomo in amicizia; lo inchiodano su una tavola, e lo sezionano vivo.....
Rispondimi, meccanicista, la natura ha forse sistemato tutte le molle del sentimento in quest'animale perché non senta?" (Voltaire)

-----------------






















Cani: Prigionieri per amore o per reato?


Denunciare il maltrattamento o la prigionia e' difficile ma possibile.
Enti animalisti son a disposizione per questi interventi
MA VOLTE NON SERVONO TANTE LEGGI PER CAMBIARE OTTICA DI VITA,
SOLTANTO BUON SENSO.
Provare a immaginare cosa prova un animale ad essere imprigionato senza motivo
e' un passo avanti verso la propria crescita spirituale.
Essere religiosi per hobby ci sta portando al declino della societa'.
Rispettare cio' che abbiamo in torno portera' a rispettare noi stessi...
INIZIAMO A RISPETARE LA VITA

Cani: non solo abbandoni ma anche una vita alla catena

Sono 700.000 i cani di proprietà (su una popolazione totale di circa 10 milioni) che vivono perennemente alla catena o in piccoli recinti e rinchiusi perennemente su piccoli balconi costretti a un caldo atroce come quello di questo periodo. Sono alcuni dei dati emessi dallo studio effettuato dal tribunale degli animali di Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente) sulla base delle segnalazioni pervenute (in un mese oltre 50.000 segnalazioni di possibili reati di maltrattamento, l’80% relative a cani legati).
Dall’analisi dei dati si desume, secondo Aidaa, che “almeno 1,5 milioni di cani vivano alla catena o rinchiusi in piccoli recinti e di questi poco meno della metà possano tranquillamente essere considerati prigionieri di veri e propri ‘lager domestici’”. Il maggior numero di segnalazioni di maltrattamenti arrivano dalle regioni del sud Italia mentre la presenza dei cani in balcone è invece priorità delle grandi città ed in particolare molte segnalazioni giungono da Milano, Roma, Napoli, Palermo e Torino.

“Sono davvero ancora tanti che non solo abbandonano i propri animali – dice Lorenzo Croce, presidente nazionale di Aidaa – ma che li fanno vivere davvero male costretti in spazi angusti ed in condizioni igieniche vergognose. E anche se molto spesso è difficile intervenire anche questi sono reati perseguibili penalmente che rientrano nella categoria dei maltrattamenti”.

Approfondici con altre letture:

Le mezze verità della normativa UE sulla vivisezione






Testo completo della pdl - Originale in pdf pronto da stampare

Testo del DDL 53 in pdf

Testo dell'attuale 116.

Leggi i nostri commenti al testo.

Ascolta la spiegazione a voce (circa 11 megabyte)



L'obiettivo del testo è "rafforzare" la protezione degli animali utilizzati a fini scientifici". La normativa che verrà votata l'8 settembre però è un passo indietro.



“Scopo della revisione della direttiva 86/609/CEE è rafforzare la protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, contribuire a ridurre l'impiego di animali, garantire che gli animali utilizzati negli esperimenti ricevano cure appropriate e un trattamento umano”.


Questi sono, secondo quanto si legge nella Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo del 15 giugno 2010, gli obiettivi della nuova normativa per regolamentare l’impiego di animali nei laboratori che verrà votata l’8 settembre.


E intanto si moltiplicano le proteste degli animalisti e di tutti coloro che sono contrari alle sperimentazioni o quantomeno perplessi sulla loro effettiva utilità (ma questa è un’altra storia). Perché, se lo scopo del testo è quello di rafforzare la protezione degli animali, il testo suscita tante polemiche?


Per scoprirlo basta proseguire nella lettura della Comunicazione, che ricostruisce l’iter della direttiva lasciando trapelare in maniera nemmeno troppo velata che alcuni dei 167 emendamenti presentati, votati e adottati dagli eurodeputati nella seduta plenaria del 5 maggio 2009, hanno “alterato la natura” originaria della normativa.
Due esempi.
Gli emendamenti 73, 74 e 75, vengono definiti “non in linea con l’obiettivo politico della Commissione”, perché consentono di riutilizzare gli animali già sottoposti a una procedura classificata come “moderata”. Non "lieve", come proposto dalla Commissione. Il che vuol dire sottoporre più di una volta (e potenzialmente fino alla morte) lo stesso animale a esperimenti che possono prevedere, tra le altre cose, l’isolamento o il nuoto forzato fino all’esaurimento.


L’emendamento 30 “ha ristretto il campo di applicazione della proposta nella misura in cui non tiene conto delle conoscenze scientifiche oggi disponibili sulla sensibilità di molte altre specie e forme di vita oltre a quelle attualmente protette.” In pratica, mentre il testo originario prevedeva la tutela di tutti gli esseri viventi, ora vengono esclusi gli invertebrati (fatta eccezione per i cefalopodi, ossia i molluschi marini).


Un’esclusione non giustificata, come traspare dalle parole della Commissione che sottolineano che la decisione del Parlamento ignora il fatto, scientificamente provato, che anche gli invertebrati provano paura, angoscia e dolore. Solo che non lo vediamo. Come si dice, lontano dagli occhi… Ma la Commissione ha deciso di “accettare questo emendamento in uno spirito di compromesso globale”.
Già.


Ma non è finita, perché oltre al Parlamento è intervenuto anche il Consiglio a modificare – in peggio – la direttiva che “proteggerà” gli animali nella civilissima Unione Europea. In particolare, sono state introdotte due clausole di salvaguardia che possono essere invocate solo per motivi “eccezionali e giustificabili” e che consentono “di oltrepassare il limite di sofferenza a cui l'animale può essere sottoposto e di utilizzare i primati non umani nella ricerca applicata in settori che non sono connessi ad affezioni umane invalidanti e potenzialmente letali”. Clausole che la Commissione ritiene di poter accettare “per arrivare a un compromesso tra le istituzioni”.
Già.


La Commissione stessa riconosce che l’argomento della direttiva è delicato e che è stato necessario prendere in considerazione interessi diversi e a volte divergenti.


Nonostante queste "attenuanti" non è facile concordare con la conclusione che si sia raggiunto “il giusto punto di equilibrio tra le esigenze dell'industria e della comunità della ricerca, migliorando e armonizzando nel contempo le norme in materia di benessere animale per gli animali utilizzati o destinati ad essere utilizzati per fini scientifici”.


Giulia Rubino










-----------------------------------------------------------------------------------------

L’orrenda Ue della vivisezione





di Dario La Rosa- Dieci minuti, solo 10! Meno del tempo che noi impieghiamo per prendere un caffè al bar con un amico. Ma questi pochi, pochissimi, impercettibili minuti, dalle 12,05 alle 12,15 di mercoledì 8 settembre, sono bastati ai cari deputati europei per approvare la Direttiva 86/609/CEE sulla vivisezione.


La direttiva, approvata in larga maggioranza dal parlamento europeo, prevede che per le crudeli sperimentazioni possono essere utilizzati gli animali di affezione, come gatti e cani randagi, e anche le scimmie. Con l’approvazione in particolare, si da il via per la sperimentazione all’uso di animali in via di estinzione, alla cattura di scimmie allo stato selvatico, la possibilità di effettuare procedure che comportino alti e prolungati livelli di dolore, l’uso di cani e gatti randagi e l’utilizzo delle cavie per più esperimenti.


All’inizio la direttiva era nata per ridurre al minimo l’uso di animali per le sperimentazioni, pratica sempre più diffusa in Europea, se si pensa che ogni anno circa 12 milioni di animali vengono utilizzati per la ricerca farmaceutica, provocando nelle cavie sofferenze inimmaginabili, ferendo e torturando gli animali per poter simulare malattie che non hanno, o per testare la tossicità dei prodotti, e tutto questo avviene, ovviamente, durante “operazioni” sulle povere bestie senza essere addormentate. Ma di miglioramenti neanche l’ombra, anzi solamente un aumento di sofferenza per gli animali.


“Con la nuova direttiva europea sulla vivisezione, si andrà sempre più a favore delle case farmaceutiche, in quanto si amplia la soglia del dolore per gli animali, potendo fare cosi test ancora più pesanti ed invasivi sulle cavie, soprattutto cani, gatti e scimmie” dice Michela Kuan, della Lega Antivivisezione. Alla notizia dell’approvazione di questa legge “vergogna”, in Italia si sono subito scatenati contro le associazioni animaliste e tanti cittadini, che spontaneamente hanno dato vita a gruppi di dissenso tramite i social network, ma anche il sottosegretario alla salute Martini ha dato la sua rassicurazione, dicendo che “l’Europa potrà dichiararsi un luogo civile quando saremo riusciti ad evitare la sofferenza di animali senzienti nei laboratori di ricerca. In Italia comunque siamo un passo avanti e non intendiamo certo tornare indietro: non consentiremo la sperimentazione su cani e gatti”.


cosa comporterà la nuova direttiva sulla vivisezione:


- La cavia potrà essere vivisezionata più volte. La legge attuale stabilisce (art.10) che “un animale non può essere utilizzato più d’una volta in esperimenti”. La nuova direttiva prevede invece il riutilizzo in diversi casi, ad esempio se l’invasività delle procedure precedenti era lieve o moderata.


- Test anche da svegli, e senza antidolorifici. Nonostante sia consigliata l’anestesia, “salvo non sia opportuno ai fini del test”, la nuova legge introduce deroghe anche per il trattamento degli antidolorifici, sempre che siano compatibili, “con la finalità della procedura”.


- Sperimentazione indiscriminata anche su cani e gatti randagi. La normativa fino a ora non prevedeva l’utilizzo di randagi, ma la normativa attuale prevede deroghe nel caso in cui “è scientificamente provato che è impossibile raggiungere lo scopo della procedura se non utilizzando un animale selvatico o randagio”.


- Sono autorizzati interventi invasivi su animali per scopi didattici.


- Sono ammesse procedure di tortura quali il nuoto forzato fino all’esaurimento o l’isolamento di cani o primati per lunghi periodi.


----------------------------------------------------------------------------------------------------------




Oggi il parlamento europeo ha approvato il testo della nuova legge sulla vivisezione permettendo:


- l'utilizzo di animali randagi, privi di qualunque valore economico;


- il ricorso ad esperimenti senza alcun tipo di antidolorifico;


- l'utilizzo dello stesso soggetto per più esperimenti fino alla morte dello stesso o alla fine del programma di sperimentazione.


Tutto questo si basa su di un gretto interesse economico: i randagi costano meno degli animali allevati per gli esperimenti ed i loro spostamenti passano inosservati agli animalisti in agguato per eventuali sconvenienti manifestazioni. Si può ovviare agli anestetici (costano) recidendo le corde vocali, ed evitando così fastidiosi lamenti.


I randagi costano meno delle colture di cellule in laboratorio, meno delle somministrazioni controllate su soggetti volontari umani, che vanno comunque documentate. E di fronte ai lauti guadagni che ne deriveranno le ditte farmaceutiche e cosmetiche, sicuramente anche la salute di qualche sventurato consumatore potrà passare in secondo piano.

Speriamo adesso che le applicazioni della legge nelle singole nazioni siano più "evolute" e che la legge così come è stata voluta sia applicata solamente in quelle ben note nazioni europee che davvero si sono fermate al medioevo spirituale, diciamo pure alla preistoria umana.


Fintanto che non ci sarà rispetto per tutti gli esseri viventi, indipendentemente dalla specie, non ci sarà mai pace nè serenità. Finchè non avremo pietà del nostro prossimo, rinnegheremo la parte più importante della nostra specie umana: il nostro spirito, la nostra capacità di immedesimarci negli altri, di comprenderli, di amarli per quello che essi sono, con i propri limiti e le proprie peculiari caratteristiche. Quella nostra parte ci eleva al di sopra degli animali, ma non ci autorizza ad abusarne come oggetti, sopprimento in loro perfino la capacità di esprimere il dolore fisico ed i disagi che subiscono e che spesso non sono neanche seriamente motivati.


Non è solo orrore quello che provo; è profondo disgusto, è disprezzo per chi ci rappresenta e dovrebbe tutelare i più deboli ed indifesi, ed allo stesso tempo la salute di chi ha dato loro un immeritato incarico pubblico.

Che importa se gli organismi delle diverse specie sono tutti diversi tra loro, se le malattie indotte sono diverse da quelle che sono autogenerate. Tanto i malati reali avranno comunque malattie autogenerate, accetteranno comunque le medicine proposte, e magari ne consumeranno anche di più, fino alla loro morte naturale. Sperimentazione economica e bilaterale, fino a che morte non sopravvenga.


Per la nostra nazione, che solo quest'estate ha riconosciuto legalmente negli animali dei soggetti senzienti e non solo dei beni di proprietà, approvando diverse leggi in proposito (inaspettatamente buone), questo significa tornare indietro nel nostro progresso sociale indietro di secoli, in pieno medioevo spirituale

Documentario: No alla Vivisezione

Tratto dal sito: http://www.novivisezione.org/



Perché No Vivisezione

Perche' La Visezione?

Tratto dal sito:http://www.lav.it


Qui riportiamo alcune informazioni di base per sapere che cosa significa "vivisezione", in cosa consiste, chi la compie, che animali sono usati. Un'introduzione molto efficace, perché viene da una testimonianza diretta di una persona che ha lavorato per settimane in un laboratorio di vivisezione, e che fa davvero capire quanto la vivisezione sia non solo non necessaria, ma del tutto inutile scientificamente (spesso dannosa) e crudele verso gli animali si può trovare alla pagina Vivisezione, sempre più nascosta.


Introduzione a voce

Alcuni brevi interventi in voce spiegano le basi dell'antivisezionismo:


Meglio salvare un topo o un bambino?
Spiegazione di base sul perchè la vivisezione - o sperimentazione animale che dir si voglia - NON è una pratica scientifica e non serve a far avanzare la scienza. La vivisezione uccide il topo, e non salva il bambino.
»
Scarica il file audio in mp3 [circa 7 megabyte]


Il 5 per mille dallo a chi vuoi, ma non alla vivisezione!
Spiegazione della campagna informativa che invita a non donare il 5 per mille delle proprie tasse alle associazioni per la ricerca che finanziano la sperimentazione su animali. Aprile 2008.
»
Scarica il file audio in mp3 [circa 9 megabyte]


Quanti soldi e risorse si sprecano per la vivisezione?
Lo spreco di soldi dei cittadini per finanziare la vivisezione nella ricerca di base, quanti animali vengono usati, quanto sono obsoleti i test di sostanze chimiche e farmaci, qual è invece la ricerca vera e quali sono i metodi più avanzati che si avvalgono della tecnologia per proteggere davvero la salute umana. Maggio 2008.
»
Scarica il file audio in mp3 [circa 7 megabyte]


Altri articoli da cui iniziare, per proseguire l'approfondimento:





Cosa vuol dire vivisezione o sperimentazione animale?

Per vivisezione o "sperimentazione in vivo" si intende qualsiasi esperimento eseguito su animali.
La definizione precisa, del dizionario De Mauro (ed. Paravia) è:
Vivisezione: s.f. dissezione anatomica di animali vivi effettuata a scopo di studio e sperimentazione estens., qualunque tipo di sperimentazione effettuata su animali di laboratorio che induca alterazioni a livello anatomico o funzionale, come l'esposizione a radiazioni, l'inoculazione di sostanze chimiche, di gas, ecc.
Quindi, tutti gli esperimenti compiuti su animali in laboratorio sono "vivisezione". Ogni anno solo in Italia circa 900.000 animali, quasi 2500 al giorno tutti i giorni, vengono utilizzati per prove inutili e ripetitive, inapplicabili per la salute umana, ancora richieste da leggi antiquate e superate. Gli stessi test sono ripetuti successivamente, con altre forme e tempi, sui destinatari ultimi del prodotto in sperimentazione: noi umani.


Per saperne di più:
Vivisezione, sempre più nascosta.


Chi conduce questi esperimenti e con quali regole?

Industrie chimico-farmaceutiche, cosmetiche, belliche, istituti pubblici e privati di ricerca, università. Anche grazie a generosi contributi dello Stato che permette l'immissione in commercio di migliaia di sostanze che si rivelano poi tossiche e nocive, riconosciute tali solo dopo mesi o anni a seguito dei danni provocati alla salute umana. Eppure, con la sperimentazione sugli animali, erano state garantite come innocue. L'attuale legge in vigore, la n. 116 del 1992, ha rivelato l'esistenza solo in Italia di più di 500 laboratori di sperimentazione animale. I controlli sono pressoché inesistenti, e nessuno, mai, va a sindacare sull'opportunità e "necessità" delle sperimentazioni autorizzate o notificate.




Quali animali sono utilizzati negli esperimenti?

Soprattutto topi e ratti (per il 95%), ma anche gatti, cani, primati non umani, porcellini d'India, mucche, suini, cavalli, pecore, capre, piccioni, furetti, rettili, pesci, uccelli... Ma nessuna specie può essere modello sperimentale di un'altra specie. I medici antivivisezionisti partono dalla semplice ed oggettiva constatazione che gli animali non sono modelli sperimentali adatti all'uomo, perché troppo diversi da noi. Ogni specie animale è infatti biologicamente, fisiologicamente, geneticamente, anatomicamente molto diversa dalle altre e le estrapolazioni dei dati tra una specie e l'altra sono impossibili.
Quello che tutte le specie hanno in comune è che si tratta di esseri senzienti, che provano paura, dolore, e ogni altro sentimento e sensazione. Ma, paradossalmente, questa è proprio l'unica similitudina che i vivisettori negano.
Per lo sviluppo dei farmaci, dopo i test su animali si passa a quelli sugli umani (qualsiasi sia il risultato ottenuto sugli animali, anche se i farmaci hanno mostrato effetti collaterali dannosi per una o più specie animali): prima "volontari" sani, per verificare gli effetti collaterali (pagati profumatamente, e spesso ignari dei pericoli che corrono), e poi i malati in clinica, per verificare l'efficacia del farmaco. Ma alla fin fine la vera cavia è il consumatore finale nei primi anni di messa in commercio del farmaco (che verrà poi eventualmente ririrato dal mercato se ritenuto dannoso).




Quali esperimenti vengono effettuati?

Tutti, anche quelli che non puoi immaginare. Tra i più comuni: test di tossicità acuta e cronica, irritazione della pelle ed inalazione, avvelenamento, induzione di cancro in varie parti del corpo. Gli animali sono obbligati ad ingerire sostanze di ogni genere dalle creme ai pesticidi; vengono privati dei genitori per esperimenti psicologici; vengono irradiati con raggi di ogni tipo; vengono torturati con elettrodi nel cervello; vengono modificati geneticamente nel tentativo di renderli più simili all'uomo, ma non basta cambiare 1, 2, e nemmeno 1000 geni per ottenere un uomo in miniatura.




L'uso di animali serve alla salute umana?

Gli esperimenti sugli animali non solo non sono necessari, non solo non sono utili, ma sono, spesso, dannosi, perché portano a risultati fuorvianti, o inutili, che danno un falso senso di sicurezza per la successiva sperimentazione sull'uomo. Che, per legge, deve comunque esserci.
Come facciamo a sapere che un risultato trovato su una data specie animale è applicabile all'uomo? Semplice, proviamo la sostanza da sperimentare sull'uomo, e solo DOPO possiamo dire che quella specie, per quella determinata sostanza, si comporta in modo simile all'uomo. Così avviene.
Sperimentando su varie specie animali si trovano sempre risultati discordanti: come sapere A PRIORI, qual è la specie che, in quel caso, è la più simile all'uomo? Non è possibile.
Ad esempio, gli effetti tossici della diossina sono stati studiati su molte specie animali: per il porcellino d'India e il ratto, questa sostanza è MOLTO TOSSICA. Per il criceto è INNOCUA. Le altre specie danno risultati intermedi. Ebbene, da questi risultati, cosa possiamo dedurre per l'uomo? Sarà più simile al criceto o al porcellino d'India? NON SI SA, a priori. Solo dopo che l'uomo sarà venuto in contatto con questa sostanza, si potrà conoscere la risposta. Ma allora, i test su animali saranno stati inutili.
I veri progressi della medicina si sono sempre avuti grazie a osservazioni cliniche, a studi epidemiologici, a innovazioni tecnologiche (quali l'invenzione del microscopio, dei moderni strumenti di diagnosi, ecc.).




I chirurghi non si devono esercitare su animali prima di operare sugli umani?

Molti chirurghi si allenano su maiali e altri animali di laboratorio. Molti altri chirurghi - di oggi e di ieri - hanno ammesso che lavorare sugli animali crea confusione. Anche con un limitato bagaglio di conoscenze mediche, il buon senso ci suggerisce che gli interventi di ortopedia saranno molto diversi in un cane, per esempio, piuttosto che in un umano. Gli oftalmologi hanno perfezionato la cheratotomia radiale sui conigli, e poi l'hanno provata sugli umani. Solo dopo aver completamente accecato parecchie persone, sono riusciti finalmente a correggere la procedura.
Il campo della neurochirurgia offre un altro esempio. Le procedure di bypass extracranico-intracranico (EC-IC) per la malattia dell'arteria carotide inoperabile venne provata e perfezionata su cani e conigli. I neurochirurghi eseguirono migliaia di EC-IC prima di scoprire che l'operazione faceva più male che bene. Furono di più i pazienti che morirono o soffrirono di infarto (cerebrale) a causa di questa operazione di quanti invece ne furono salvati.
Lo stesso vale per la chirurgia a scopo di trapianto. Centinaia di gatti, cani, maiali e primati sono stati sacrificati nel tentativo di perfezionare operazioni di trasferimento di organi da una creatura ad un'altra. Nonostante il numero enorme di operazioni di prova sugli animali, la prima operazione sugli umani fallì . Trasferire le informazioni apprese sugli animali al corpo umano, si rivela sempre fuorviante.




Perché così tante persone ci credono?

Perché viene compiuta un'operazione di mistificazione. Riprendiamo il precedente esempio della diossina: se si scopre, dopo un contatto fortuito con l'uomo, che la diossima è tossica, si leggerà sui giornali, sulle riviste, sui futuri libri di testo: "Scoperta la tossicità della diossina. Questo risultato era già noto da studi su animali: per il porcellino d'india la sostanza è molto tossica". E' vero, non è una bugia: vengono solo nascosti dei dati.
Se, viceversa, si scopre che la diossina per l'uomo è innocua, si leggerà sui giornali, sulle riviste, sui futuri libri di testo: "Scoperta l'innocuità della diossina. Questo risultato era già noto da studi su animali: per il criceto la sostanza è innocua".
Capito il trucco? Si nascondono i dati che non fanno comodo.




Perché allora continuano?

Per interessi commerciali (con un esperimento su animali si può dimostrare qualunque cosa, dalla tossicità all'innocuità di una sostanza, basta trovare la specie adatta a quanto si vuole dimostrare) e di carriera (gli esperimenti su animali portano a veloci pubblicazioni su riviste scientifiche), e per inerzia, "perché così si è sempre fatto". I ricercatori sembrano non voler prendere in considerazione altre strade, diverse dal dogma della vivisezione instillato loro all'Università.




Nel passato, gli esperimenti su animali non ci hanno fornito delle cure per le malattie umane?

Per decenni, il pubblico è stato portato erroneamente a credere che gli esperimenti sugli animali avessero portato a "cure miracolose" e "conquiste mediche". Ma la verità è che gli esperimenti sugli animali non hanno contribuito a curare una sola malattia umana. La ragione è semplice: la sperimentazione animale non può produrre alcuna cura semplicemente perché è basata su una premessa che è scientificamente falsa. Di conseguenza, il tasso di incidenza delle malattie sta crescendo, così come stanno crescendo le percentuali di morte per malattia.
L'unico progresso significativo contro le malattie nel 20esimo secolo è stato il controllo delle malattie infettive all'inizio del secolo, che è stato ottenuto grazie a migliori condizioni di nutrizione e di igiene, e non grazie agli esperimenti su animali.
La domanda principale è: se la metodologia usata nella ricerca biomedica - esperimenti su animali - è valida, allora perché non si materializzano le cure così miracolose trovate sui topi?




Quali prove preliminari alla "fase clinica" potrebbero essere praticate allora?

Va chiarito innanzitutto che non è sempre corretto parlare di "metodi alternativi".
Il punto è che con la ricerca di base (o finalizzata alla produzione di un farmaco) fatta su animali non si ottengono informazioni utili per l'uomo, quindi non si tratta di usare "metodi alternativi", ma semplicemente smettere portare avanti quella parte di ricerca che usa animali (la maggior parte degli studi pubblicati sulle riviste scientifiche non usa animali) e dedicarsi solo al resto.

I veri progressi della medicina si sono sempre avuti grazie a osservazioni cliniche, a studi epidemiologici, a innovazioni tecnologiche (quali l'invenzione del microscopio, dei moderni strumenti di diagnosi, ecc.), e, per quanto riguarda i test di tossicità, gli unici risultati affidabili sono quelli basati su colture di cellule umane, simulazioni al computer, modelli sintetici basati su dati già noti sulla specie umana.
Credere che esista solo la ricerca sugli animali e niente altro è semplicemente sbagliato, non è questa la realtà, la ricerca su animali è solo una porzione della ricerca totale, e questa porzione va eliminata, punto e basta.

Per quanto riguarda invece i test di tossicità, quelli necessari per la messa in commercio di sostanze chimiche, cosmetici e farmaci, ha invece senso parlare di metodi "alternativi", perché non si tratta di ricerca, ma di test standardizzati, sempre uguali, e qui sì ha senso dire che questi vanno semplicemente sostituiti con metodi alternativi senza animali, che sono dei test altrettanto standardizzati, ma più moderni ed efficaci, non certo così grossolani e inutili come quelli che usano animali, che ormai risalgono a oltre 50 anni fa.

I metodi senza animali per i test di tossicità si basano su colture di cellule e tessuti umani, anche combinati (cioè tratti da varie parti del corpo umano), su metodi computerizzati, sulla pelle artificiale. I vari metodi che man mano vengono messi a punto devono poi essere validati dall'ECVAM, l'istituto dell'Unione Europea preposto a convalidare e diffondere l'uso di metodi senza animali per i test obbligatori per legge.
In quest'ultimo campo il numero di animali usati in Italia e in Europa è in diminuzione costante.



Direttiva Ue: "Sì ai randagi come cavie"


Il provvedimento approvato ieri prevede che cani e gatti "vaganti" possano essere usati per la sperimentazione se non è possibile raggiungere altrimenti lo "scopo della procedura" di ricerca. Protestano gli animalisti, 40 eurodeputati abbandonano l'aula
di ANTONIO CIANCIULLO




'Vivisezione,ROMA - Se avete un cane o un gatto, sarà meglio comprare un collarino identificativo. Con la direttiva europea sulla sperimentazione animale approvata ieri, gli animali randagi rischiano di finire sotto il bisturi: l'articolo 11 prevede che possano essere sacrificati sull'altare della scienza se non è possibile raggiungere altrimenti lo "scopo della procedura" di ricerca. È stata questa deroga, assieme a quella sulla vivisezione delle grandi scimmie come lo scimpanzé che condivide con la specie umana oltre il 98 per cento del Dna, a suscitare le maggiori proteste, spingendo 40 eurodeputati ad alzarsi abbandonando l'aula in segno di protesta.

Dopo due anni di dibattito e un'infinità di correzioni, della nuova normativa europea che avrebbe dovuto rafforzare i metodi di ricerca alternativi alla sperimentazione sugli animali resta poco: dichiarazioni di principio sulla necessità di ridurre la sofferenza delle cavie, un rafforzamento dei controlli e molte scappatoie. Da una parte si afferma la volontà di applicare solo le procedure di sperimentazione farmacologica e didattica che provocano il minimo di dolore, sofferenza e angoscia, dall'altra - nota Michela Kuan, della Lega antivivisezione - "si lascia la porta aperta all'uso di animali in via di estinzione, alla cattura di scimmie allo stato selvatico, alla possibilità di effettuare in deroga procedure che comportino alti e prolungati livelli di dolore, all'uso di cani e gatti randagi, all'utilizzo delle cavie per più esperimenti".

La decisione del Parlamento europeo è stata presa tenendo conto della normativa poco rigorosa in vigore in molti Stati della Ue e punta ad aumentare il livello di trasparenza delle procedure. Ma cosa succederà in Italia, dove due leggi vietano l'uso di cani e gatti randagi per la sperimentazione? La direttiva verrà recepita così come è uscita dall'aula di Strasburgo o sarà interpretata in forma più restrittiva mantenendo i paletti attualmente in vigore?
"Credo che l'Europa potrà dichiararsi un luogo civile quando saremo riusciti ad evitare la sofferenza di animali senzienti nei laboratori di ricerca", risponde il sottosegretario alla Salute Francesca Martini. "E da questo punto di vista la direttiva è assai poco incisiva. In Italia comunque siamo un passo avanti e non intendiamo certo tornare indietro: non consentiremo la sperimentazione su cani e gatti". Silvio Garattini, direttore dell'Istituto Mario Negri di Milano, ha invece commentato osservando che in mancanza di test sugli animali, ancora oggi tutti i bambini colpiti da leucemia non avrebbero più di sei mesi di vita.

Senza tener conto delle ricerche condotte per lanciare nuovi cosmetici e delle cavie non censite (i non vertebrati), nell'Unione europea vengono utilizzati per le sperimentazioni 12 milioni di animali l'anno. Con la nuova direttiva si andrà verso un aumento o una diminuzione? Per il presidente di Farmindustria Sergio Dompè si andrà verso una riduzione perché il testo spinge in direzione dell'uso di sistemi alternativi. Per la deputata Pdl Gabriella Giammanco, invece, "la direttiva va a favore degli interessi delle industrie farmaceutiche e amplia la soglia di dolore per gli animali, in particolare cani, gatti e primati. Mi auguro che il nostro Paese recepisca in modo restrittivo quest'assurda direttiva".
 

Obiezione di Coscienza nelle Facolta'

Tratto dal sito: http://www.lav.it/



Obiezione di coscienza: una lettera morta?



[di M. Kuan*] La legge 413/93 che da diritto all’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale rimane spesso una norma silente che in pochi conoscono e ancora in meno esercitano.
Un'indagine condotta nel 2009 dal CNB tra le facoltà scientifiche delle Università italiane (farmacia, medicina e chirurgia, scienze matematiche, fisiche e naturali, medicina veterinaria, scienze biotecnologiche), al fine di monitorare lo stato di applicazione di tale legge, mostra come su 128 facoltà interpellate, 87 abbiano risposto che sono state attuate comunicative per rendere nota la possibilità di obiezione di coscienza, 13 non ne abbiano dato visibilità e 28 che, non svolgendosi alcuna attività di sperimentazione su animali, non hanno previsto la diffusione della normativa.
Purtroppo, solo in 10 Facoltà ci sono state delle persone che si sono avvalse dell'obiezione di coscienza, nelle restanti 89 non c'è stato alcun caso di obiezione e dato ancora più allarmante solo in 26 delle totali 128 sono stati attivati dei metodi alternativi in ambito didattico, un numero troppo esiguo alla luce del fatto che persino il Decreto vigente norma in maniera fortemente restrittiva l’uso di animali in questa area di sperimentazione.
Nonostante la legge 413 abbia quasi 20 anni, il numero degli studenti che hanno accesso a metodi sostitutivi per l’insegnamento è ancora bassissimo, con il risultato che durante la formazione universitaria i ragazzi accettino passivamente il modello animale come unico test di riferimento e rimangano all’oscuro delle tecniche più innovative che prevedono metodi alternativi.
Spesso i ragazzi non fanno obiezione perché temono delle ripercussioni al momento dell’esame o durante i laboratori, una paura fondata su subdoli atteggiamenti dei docenti. Questa legge è un vanto per il nostro Paese che mostra, nei fatti, di tutelare i diritti degli animali e degli uomini fornendo una scelta, peccato che sia solo un’opzione scritta su carta che raramente viene incoraggiata dai professori, ma addirittura ostacolata.
Per maggiori informazioni clicca qui.





*Michela Kuan, biologa, Responsabile LAV Vivisezione

Petizione contro la Vivisezione



La parola "vivisezione" significa, letteralmente, "sezionare da vivo";
gli animali vengono devocalizzati per impedire loro di urlare; vengono avvelenati, ustionati, accecati, affamati, mutilati, congelati, decerebrati, schiacciati, sottoposti a ripetute scariche elettriche attraverso elettrodi conficcati nel cervello, infettati con qualsiasi tipo di virus o batterio, anche quelli che non colpiscono gli animali, come il treponema pallidum per la sifilide o l`HIV per l`AIDS. Tutti i test sono dolorosi per l`animale; non vi sono mai casi in cui non ci sia sofferenza; la prigionia in sè è già una tortura significativa. Inoltre, il 63% degli esperimenti (dati britannici) viene compiuto senza anestesia, un altro 22% con anestesia solo parziale. Gli esperimenti di psicologia sono particolarmente crudeli, perché sottopongono gli animali ad ogni forma di stress fisico e psicologico, nel tentativo assurdo di riprodurre e studiare le malattie mentali degli esseri umani e le loro cause. Si compiono, ad esempio, migliaia di esperimenti sulla "deprivazione materna", sull`isolamento e sull`aggressività;

da un punto di vista etico non può esserci alcuna giustificazione a questo massacro legalizzato. Chi sostiene la vivisezione accusa chi la combatte di "sentimentalismo" nei confronti degli animali, e chiede spesso: "preferite salvare un topo piuttosto che un bambino?", facendo leva, egli stesso, sulle emozioni (ma di verso opposto). La risposta giusta a questa domanda è: "preferiamo salvare sia il bambino che il topo" perché, al di là delle spiegazioni scientifiche, secondo cui la sperimentazione sull`animale può causare la morte anche del bambino, è importante capire che una scienza in cui si adotti il principio che "il fine giustifica i mezzi" è una scienza malata, in cui qualsiasi atrocità, anche sull`uomo, potrà essere legittimata, come ci insegna il triste passato dei lager nazisti. È importante rilevare come non si possa accettare che esistano da un lato, la"vivisezione giusta" (quella per scopi medici) e dall`altro, la "vivisezione sbagliata" (ad esempio, quella per i cosmetici). La vivisezione è sempre ed in ogni caso inaccettabile, sia dal punto di vista scientifico che da quello etico. Occorre escludere la sperimentazione animale, così come ogni altra forma di tortura, anche perché vi è sempre un`altra via, con basi scientifiche e senza violenza: è quella che va esplorata e allargata, è quella che concretamente porta i risultati migliori per l`uomo. La vivisezione, definita da Gandhi "il crimine più nero tra i neri crimini commessi dall`uomo", va avanti per una forma di inerzia culturale, perché non ci si oppone agli interessi che la sostengono e che impongono come dogma che "la vivisezione è necessaria".
semplice ed oggettiva constatazione che gli animali non sono modelli sperimentali adatti all`uomo, perché troppo diversi da noi. Ogni specie animale è infatti biologicamente, fisiologicamente, geneticamente, anatomicamente molto diversa dalle altre e le estrapolazioni dei dati tra una specie e l`altra sono impossibili. Un numero sempre crescente di medici non accetta più la validità della vivisezione come dogma e considera antiscientifici gli esperimenti sugli animali. Questi esperimenti non portano ad alcuna reale conoscenza sugli effetti di una eventuale sostanza da provare (come ad esempio un farmaco), perché animali di specie diverse,come pure di razze diverse o addirittura di ceppi della stessa specie, rispondono in modo diverso ad un dato stimolo. E, dunque, se il risultato ottenuto sul topo è diverso da quello ottenuto sul gatto, diverso da quello ottenuto sul cane ed anche da quello ottenuto sul ratto, a chi somiglierà di più l`uomo: al topo, al gatto al cane o al ratto? La risposta non si può sapere a priori. Solo dopo aver sperimentato sull`uomo si scoprirà, volta per volta, a quale specie e razza egli assomigli di più in quel particolare caso. Risulta quindi chiaro che la vivisezione è dannosa per l`uomo, per due ragioni principali: si sperimentano direttamente sull`uomo sostanze che non hanno subito alcun vaglio preventivo (dal momento che il risultato della sperimentazione sugli animali non è in alcun modo predittivo per l`uomo) e si corre il rischio di scartare sostanze che potrebbero essere invece di grande aiuto per l`uomo, per il solo fatto che su di una particolare specie sono risultate tossiche. I vivisettori sanno comunque, (ma lo dicono solo nei casi in cui fa loro comodo) che ciò che vale per un animale può benissimo non valere per l`uomo e molto spesso, una sostanza risultata tossica per una o più specie viene ugualmente sperimentata sull`uomo. Vale la pena di sottolineare che la sperimentazione sugli animali fornisce ai produttori di farmaci la possibilità di selezionare la risposta, variando la specie animale o semplicemente le condizioni dell`esperimento, con il fine di commercializzare, in un`ottica di profitto, migliaia di farmaci che, una volta in commercio, si rivelano spesso inutili e talvolta dannosi. La sperimentazione animale fornisce così una comoda (ma per noi pericolosa) tutela giuridica alle aziende farmaceutiche. Esistono circa 200.000 specialità farmaceutiche in commercio nel mondo, mentre quelle ritenute utili dall`Organizzazione Mondiale della Sanità sono soltanto 300-400. Ecco alcuni tra i moltissimi esempi di sostanze che hanno effetti opposti sull`uomo e sull`animale: la pecora ed il porcospino possono ingoiare quantità cospicue di arsenico, notoriamente velenoso per l`uomo. La stricnina lascia indifferente la cavia, il pollo e la scimmia in dosi sufficienti ad uccidere un`intera famiglia umana. L`amanita phalloides, fungo velenosissimo di cui pochi grammi sono per noi letali, è del tutto innocua per gatti e conigli. L`insulina provoca malformazioni nelle galline, nei conigli e nei topi, ma non nell`uomo. La stessa penicillina è letale per le cavie da laboratorio (ma fu una enorme fortuna per l`umanità che fosse stata sperimentata sui topi, come dichiarò lo stesso Florey, uno degli scopritori insieme a Fleming). Per quale ragione, allora, si esperimenta ancora sugli animali? Lo si fa in grande parte per favorire le carriere universitarie, basate sul numero di pubblicazioni prodotte, essendo gli esperimenti sugli animali (non importa se già effettuati migliaia di volte) la via più facile e veloce. Inoltre, la sperimentazione sugli animali costituisce per le industrie una sicura tutela giuridica per ogni eventuale contenzioso. I ricercatori che abbiano a cuore la vera ricerca scientifica e non la propria carriera, hanno a disposizione metodi migliori dei test sugli animali:
a) innanzitutto la ricerca clinica: la maggior parte delle scoperte mediche (i cui successi vengono spessoattribuiti alla sperimentazione animale) sono dovute infatti ad un`osservazione clinica (sull`uomo) di un particolare fenomeno, che solo in seguito i ricercatori tentano di riprodurre negli animali, inducendo in essi delle patologie artificiali. Essi variano le condizioni dell`esperimento, così come la specie di animale utilizzata, fintanto che il risultato non coincida con l`indicazione fornita dall`uomo;
b) l`epidemiologia e la statistica. L`epidemiologia studia la frequenza e la distribuzione dei fenomeniepidemici e quindi delle malattie nella popolazione; la statistica è invece la disciplina che si occupa del trattamento dei dati numerici derivanti da un gruppo di individui. Sono stati l`impiego della epidemiologia e della statistica che hanno permesso di riconoscere la maggior parte dei fattori di rischio delle malattie cardiocircolatorie quali l`ipertensione arteriosa, il fumo, il sovrappeso, l`ipercolesterolemia.
c) lo studio diretto dei pazienti, tramite i moderni strumenti di analisi non-invasivi. Questi metodi consentono di ottenere ottimi risultati, come è stato riscontrato per le malattie cardiache;
d) autopsie e biopsie: le autopsie sono state cruciali per la comprensione di molte malattie; con le biopsie si possono ottenere molte informazioni durante i vari stadi della malattia. Per esempio, le biopsie endoscopiche hanno dimostrato che il cancro al colon deriva da tumori benigni chiamati adenomi. Questo è in contrasto con il modello animale più usato, in cui non vi è la sequenza adenoma-carcinoma;
e) colture in vitro di cellule e tessuti umani;
f) simulazioni al computer;
per quelle sostanze già entrate in commercio, una sorveglianza durante le vendite consentirebbe una sperimentazione di seconda fase. Attraverso l`informatica è oggi possibile, infatti, mantenere registrazioni dettagliate degli effetti collaterali: una banca dati centralizzata consentirebbe la rapida identificazione di farmaci pericolosi, e al tempo quella di effetti collaterali imprevisti, anche positivi (in passato, farmaci concepiti per alcune patologie sono talvolta serviti a curarne altre). Per qualsiasi nuova cura o nuova sostanza è inevitabile che alla fine vi debba esssere la sperimentazione sull`uomo. Tuttavia, perché questa sperimentazione corrisponda alle caratteristiche di scientificità e di eticità, essa dovrebbe rispettare i seguenti principi:
1) essere fatta solo dopo che tutte le prove scientifiche possibili (dunque non sugli animali) siano state portate a termine (su cellule e batteri, con simulazione al computer, ecc);
2) essere fatta solo su persona portatrice della malattia in esame, escludendo i "volontari" sani (spesso chiamati volontari anche quando illecitamente retribuiti);
3) essere fatta su paziente consenziente, adeguatamente informato e che possa in qualunque momento interrompere la sperimentazione;
4) venire applicata solo quando non esistano altre terapie ritenute più idonee per il paziente e quando lo sperimentatore, anche in presenza delle autorizzazioni richieste, risponda in prima persona degli eventuali danni.
La sperimentazione fatta in precedenza sugli animali non sarà mai utile a tutelare in qualche modo la persona umana, o a farne, anche orientativamente, prevedere la risposta.
eliminare gli esperimenti per la cosmesi, non certo perché questi test siano "più inutili" o più condannabili degli altri dal punto di vista etico o scientifico, ma perché meno giustificabili dal "sentire comune". Questa battaglia è stata combattuta senza perdere comunque di vista l`obiettivo finale, che è quello dell`abolizione totale della vivisezione.
Il motivo di tutto è che, per legge: un metodo alternativo deve dare gli stessi risultati ottenuti con gli animali. In pratica, mentre un metodo scientifico deve dare sempre lo stesso risultato (deve essere riproducibile), le prove su animali non danno un risultato unico e, di conseguenza, non è possibile confrontare il singolo risultato scientifico con le mille variabili provenienti dalla non scientifica prova su animali. Ad esempio, nessuno dei test sviluppati per valutare la tossicità di una sostanza che entra in contatto con l`occhio è stato riconosciuto ufficialmente valido perchè nessuno di questi ha fornito lo stesso risultato del tristemente famoso Draize Test, compiuto distruggendo l`occhio del coniglio. Lo stesso Direttore del Centro Europeo di Validazione dei Metodi Alternativi (ECVAM) ha più volte dichiarato che questo è dovuto al fatto che la prova su animali non è riproducibile e, di conseguenza, non è scientifica. Le colture cellulari sono uno dei principali metodi destinati a sostituire la sperimentazione su animali ma, per essere utili, deve essere eliminato l`errore che si commette utilizzando per l`uomo risultati che provengono dagli animali.
Sperimentazione animale quale inganno? Non importa avere grandi conoscenze scientifiche per asserire che la sperimentazione condotta su animali è altamente rischiosa, poichè fornisce risultati non trasferibili sull`uomo. La sperimentazione animale è fuorviante. Nessun animale, nemmeno la scimmia, ha lo stesso numero di cromosomi (46) presenti negli esseri umani. Ogni cromosomo contiene circa 1.000 geni, ciascuno dei quali contiene circa 1.000.000 di nucleotidi, responsabili della trasmissione dei caratteri ereditari peculiari della SPECIE (oltre che del singolo individuo). Le "combinazioni" possibili dei suddetti elementi - cioè delle caratteristiche della SPECIE (umana in questo caso) e del singolo individuo - sono quasi ILLIMITATE. Le ALTRE specie hanno tutte un numero INFERIORE di cromosomi, quindi minore VARIABILITÀ: una "combinazione" identica può essere solo frutto del caso. Non esistono quindi negli esperimenti su animali "condizioni" uguali a quelle umane: i risultati sono quindi INSICURI. Da tutto ciò si deve trarre la naturale, legittima e sensata conclusione che: non esistono nella sperimentazione animale condizioni uguali a quelle umane, ciò significa un GRANDE RISCHIO, per chiunque si affidi ai risultati ottenuti tramite "SPERIMENTAZIONE ANIMALE". Se alcune caratteristiche degli esseri umani possono risultare negli animali, sono sempre DIVERSE "quantitativamente" e/o "qualitivamente". Per esempio, un ENZIMA che sembra uguale nel gatto e nell`uomo, viene prodotto in maggiore o in minor misura nelle due specie. Se il "DNA" dell`uomo è diverso da quello del gatto, sono diverse anche le reattività allo stress, la respirazione, la digestione, il "rigetto" ai "trapianti", la gittata cardiaca, la biochimica, ecc. Co~seguenze:
La digitale, un farmaco molto importante per la cura di numerosi disturbi cardiaci, venne utilizzata con almeno 10 anni di ritardo perché dannosa per il cane.
Il dietilstilbestrolo, somministrato come antiabortivo alle gestanti e "garantito" dalla sperimentazione su animali, ha poi rivelato di provocare cancro alla mammella nella madre, tumori ai testicoli nei figli, cancro vaginale o uterino nel 95% delle figlie.
Nel 1978, 30.000 persone, accecate o paralizzate dal cliochinolo (un farmaco uscito dai laboratori dei vivisettori), urlarono la loro disperazione per le vie di Tokyo.
Nel 1982, venne ritirato dal commercio (per la constatazione di 3500 casi di tossicità nell`uomo, con 61 morti) l`Opren, un antiartritico che non dava effetti tossici nelle scimmie.
Nel 1983, il Flosint (indoprofene), un analgesico e antinfiammatorio che aveva dimostrato "eccellente tollerabilità nei ratti, nei cani e nelle scimmie", venne ritirato dal commercio in Gran Bretagna, con l`accusa di aver causato effetti tossici in 217 casi accertati, con 8 decessi.
Nel 1994, il Bactrim (sulfametossazolo , un sulfamidico da sempre usato in abbondanza con i bambini) è stato accusato di essere responsabile di migliaia di morti in tutto il mondo, con 113 casi accertati in Inghilterra
Il talidomide, un tranquillante addirittura consigliato alle gestanti come innocuo (visti i sette anni di ricerca sugli animali), provocò la nascita di oltre 10000 bambini focomelici e migliaia di aborti spontanei.
L`utilizzo degli animali a scopo sperimentale è un argomento interessante, complesso e dibattuto in maniera sempre maggiore anche dai non "addetti ai lavori" e dall`opinione pubblica in generale. È inoltre un problema difficile da affrontare a causa di numerosi e diversi aspetti che lo caratterizzano: oltre ai due principali, quello etico e quello scientifico, esistono aspetti di carattere legislativo, economico ed organizzativo. Nei laboratori di tesi di laurea viene svolta l`attività di ricerca; vengono spesso condotte prove di sperimentazione su animali vivi. Lo studente incontra questi laboratori alla fine del piano di studio. I laboratori didattici sono invece quelli che lo studente incontra subito: alcuni laboratori sono inseriti all`interno del primo anno di corso; altri negli anni successivi; nella maggior parte dei casi comunque sono inseriti all`interno dei bienni o trienni propedeutici, prima delle specializzazioni. Nei laboratori NON viene svolta attività di ricerca: generalizzando si possono classificare gli esperimenti su animali ivi condotti come DIDATTICO-DIMOSTRATIVI. Lo studente generalmente non lavora su animali vivi; è il docente o uno degli assistenti che, subito prima dell`inizio dell`esercitazione, uccide l`animale (le specie animali più utilizzate sono vermi, rane, roditori, conigli, cani, molluschi e crostacei). L`animale deve essere sano e l`uccisione non deve avvenire troppo tempo prima per evitare l`insorgere di fenomeni di necrosi (in alcuni casi l`animale viene conservato sotto alcool o formalina). Le prove didattiche sono in genere molto semplici, normalmente si tratta di dissezioni e della successiva osservazione dell`anatomia e della fisiologia della carcassa dell`animale. In alcuni laboratori vengono anche effetuate prove di studio di fenomeni di trasporto e di stimolazioni nervose. Le seguenti metodologie, qui riassunte in forma sintetica e descritte più in particolare nelle appendici, sono già state messe a punto, validate e utilizzate in molte Università. Modelli riproduttivi animali e umani: possono essere utilizzati per studi di anatomia, fisiologia e chirurgia. Modelli di organi o interi animali possono essere usati ripetutamente e con costi minori. Simulatori di pazienti che utilizzano manichini computerizzati e sofisticati operatori di controllo stanno anche sostituendo gli animali nell`addestramento medico, per esempio nei trattamenti di routine e di crisi in anestesiologia. Simulatori meccanici, come il simulatore della circolazione messo a punto alla Uppsala University per l`addetramento veterinario, possono dare un eccellente visione d`insieme delle interrelazioni dei componenti di un sistema biologico. Un altro modello molto utile è il Michelangelo, ideato al Politecnico di Milano, che simula tutti i possibili quadri sintomatologici di differenti patologie cardiache. L`apprendimeto delle tecniche nella chirurgia di base ortopedica ed emostatica possono anche utilizzare una serie di modelli di arti, fatture e ferite. Film e video ( per altro già in uso nella maggior parte delle facoltà italiane): sono an`alternativa che. in combinazione con altre, possono eliminare gli esperimenti su animali. Nell`Università di Marburg le dissezioni di animali sono state sostituite con l`utilizzo di modelli di animali e di filmati, soddisfacendo sia gli studenti che i professori.Le specie animali più trattate ( per alcune sono disponibili più video di diverse zone anatomiche, ad esempio sono almeno 8 i video sul gatto) sono cane, gatto, topo, ratto e rana. Sono disponibili anche altre specie come piccolo di squalo o piccione. È evidente che questo tipo di supporti rappresentano una sostituzione critica del modello animale. Simulazioni Computerizzate: sono la vera novità nel campo dell`insegnamento; molti nuovi programmi sono multimediali, incorporano video e suoni di alta qualità insieme a grafici e testi convenzionali. Possono essere basati su dati sperimentali già disponibili o generati dalle classiche equazioni scientifiche, spesso includono anche l`influenza della variabilità biologica. è possibile, da parte del docente adattare alcuni di questi a obiettivi specifici di personale e particolare interesse. Le simulazini sonno facili da utilizzare e nella maggior parte dei casi, altamente interattive. Gli studenti possono anche senza essere seguiti, imparare, autovalutarsi, ripetere parte degli esperimenti. Libri di fotografie: sono già disponibili con la descrizione di tutti i passaggi e i vari stadi delle dissezioni. Uniti ad altri libri e materiale fotografico di anatomia, possono essere utilizzati da soli o in maniera complementare ad altri metodi. Le specie animali trattate sono: cane, gatto, verme, pecora, maiale, rana, ratto, alcune categorie di pesce e pollo. Esperimenti su piante, microorganismi, colutre cellulari e tissutali: possono facilmente sostituire gli esperimenti didattico-dimostrativi nei corsi di biochimica e tossicologia fornendo inoltre una prima introduzione pratica alle metodologie scientifiche più nuove, di maggior interesse e in rapido sviluppo. Alcuni esempi di già avvenuta sostituzione dell`utilizzo di animali nei laboratori didattici in università estere: La Karl-Franzes-Universitat di Graz (Austria) ha dichiarato, a fine 1995 la propria intenzione di abolire completamente gli esperimenti sugli animali. Quando gli studenti dell`Istituto di Fisiologia di Marburg (Germania) si son rifiutati di effettuare i tradizionali esperimenti sulle rane, i loro insenganti hanno eleborato simulazioni multimediali di altissimo livello. "Tenendo conto che la biologia è la scienza della vita, e che non è coerente basare l`insegnamento di una tale scienza sulla morte di altri esseri... [e] dando priorità alla creazione e non alla distruzione... il ministro risolve di proibire la vivisezione e la dissezione di animali in ciascuna struttura destinata all`insegnamento..." Ministro dell`Istruzione e della Giustizia dell`Argentina, 1987. All`interno dei corsi sono attivate, entro l`inizio dell`anno accademico alla data di entrata in vigore della presente legge, modalità di insegnamento che non prevedano attività di sperimentazione animale per il superamento dell`esame. Nelle Università gli organi competenti devono rendere facoltativa la frequenza alle esercitazioni di laboratorio in cui è prevista la sperimentazione animale. All`interno de corsi sono attivate, entro l`inizio dell`anno accademico alla data di entrata in vigore della presente legge, modalità di insegnamento che non prevedano attività di sperimentazione animale per il superamento dell`esame SCIENTIFICO.Alla fine del 1989, 27 tecnici di Radiologia medica dell`Istituto Rizzoli di Bologna, in previsione dell`apertura all`interno dell`ospedale di un laboratorio, in cui sarebbero stati usati conigli, suini, ovini, cavie e ratti, si dichiararono obiettori di coscienza a questo tipo di sperimentazione. Nello stesso periodo, si verificava un caso analogo presso la USL n. 4 di Chieti. In poco tempo, giunsero presso i due istituti migliaia di lettere e fax di sostegno agli obiettori. Questo fu lo stimolo per la presentazione in Parlamento, da parte dell`on. Gianni Tamino, membro del Comitato Scientifico Antivivisezionista (di cui è oggi presidente), del disegno di legge per l`obiezione alla vivisezione, poi portato avanti dalle senatrici Annamaria Procacci e Carla Rocchi e dal deputato Stefano Apuzzo. La legge fu approvata nel 1993 quasi all`unanimità. Si tratta della legge n. 413, del 16 ottobre 1993 (Gazzetta Ufficiale n. 244), dal titolo "Norme sull`obiezione di coscienza alla sperimentazione animale", che riguarda studenti, docenti, ricercatori, medici, personale sanitario, tecnici, infermieri, in strutture pubbliche o private. La domanda di obiezione di coscienza va presentata per i dipendenti, all`atto d`assunzione e, per gli studenti, al momento dell`inizio del corso. Le strutture hanno l`obbligo di pubblicizzare la possibilità di obiezione di coscienza (nel caso delle università il compito spetta ale segreterie di facoltà) e devono predisporre un modulo da compilare per quanti vogliano presentare domanda. Ogni discriminazione è vietata. Devono essere previsti dei laboratori sostitutivi per gli studenti obiettori. Sulla carta, questa legge è una grande ed importante conquista. Nella realtà, invece, la possibilità di obiettare, ben lungi dall`essere pubblicizzata, molto spesso non viene neppure menzionata nella "Guida dello studente" delle varie facoltà scientifiche. I laboratori sostitutivi spesso non esistono, e gli studenti che decidono di avvalersi del diritto all`obiezione, vengono discriminati dagli insegnanti. La legge esiste, dunque, ma non ne vengono applicati né la lettera né lo spirito. Abbiamo già visto come nella legge 116/92 la sperimentazione didattica sia ammessa "soltanto in caso di inderogabile necessità e non sia possibile ricorrere ad altri sistemi dimostrativi". Ma in moltissime facoltà esistono ancora laboratori didattici in cui vengono effettuati esperimenti su animali. Lo studente generalmente non lavora su animali vivi: è il docente o uno degli assistenti che, prima dell`inizio dell`esercitazione, uccide l`animale (le specie più utilizzate sono vermi, rane, roditori, molluschi e crostacei) non troppo tempo prima per evitare l`insorgere della necrosi. Le prove didattiche sono in genere molto semplici; si tratta normalmente delladissezione e della successiva osservazione dell`anatomia e fisiologia dell`animale. L`associazione MOUSE (Movimento Universitario Europeo Obiettori alla Sperimentazione animale) ha pubblicato un rapportosull`utilizzo degli animali nelle università, mettendo in luce l`inutilità e la non convenienza di tali esperimenti didattici, sotto diversi punti di vista: legislativo, scientifico, economico, organizzativo. Sotto l`aspetto scientifico, esistono metodologie di cui gli studenti possono avvalersi, che sono ben più utili dei ripetitivi esperimenti sugli animali: modelli riproduttivi animali e umani, simulatori di pazienti, film e video, simulazioni computerizzate (interattive e personalizzabili, in cui lo studente può eseguire i test da solo e valutare la propria preparazione), libri di fotografie, esperimenti su microrganismi, colture cellulari e tissutali. Ma, al di là di ogni valutazione, la sperimentazione didattica dovrebbe essere immediatamente vietata perché presenta una contraddizione legislativa. La legge 413/93 consente infatti agli studenti di dichiararsi obiettori. Ciò significa che la sperimentazione sugli animali non è necessaria, come invece richiesta dall`articolo 8 della legge 116/92. Inoltre, poiché l`insegnante deve prevedere sistemi dimostrativi e corsi alternativi per gli studenti obiettori, è falso il fatto che non sia possibile ricorrere ad altri sistemi sostitutivi, come richiesto sempre dall`art. 8 della legge 116. Il permesso di effettuare esperimenti didattici sugli animali non dovrebbe essere pertanto mai concesso. Esiste infatti una proposta di legge, portataavanti dai membri del Comitato Scientifico Antivivisezionista e da varie associazioni, supportata anche da unapetizione popolare, che richiede di vietare esplicitamente ogni sperimentazione didattica sugli animali.Chiudiamo con altre parole del professor RUSSELL il quale, nel suo laboratorio offre agli studenti unaserie di esperimenti che non richiedono l`utilizzo delle tradizionali dissezioni: "Il messaggio che ho cercato di trasmettere è molto semplice: se la biologia viene insegnata in modo da sviluppare un senso di meraviglia e dirispetto per la vita, che lo studente si sente internamente arricchito dai suoi studi, allora si potrà, comeobbiettivo della propria il preservare e il proteggeree gli animali per la specie umana." Abbiate il coraggio di leggere fino in fondo perché per valutare bisogna conoscere, anche se la realtà è assurda e mostruosa. Vi sono molti chiamiamoli "scienziati" che sfruttano l`impossibilità di difendersi degli animali per ottenere ingenti e sprecati finanziamenti, per realizzare fumose pubblicazioni e, talvolta, per sfogare impunemente il proprio sadismo represso. Simile comportamento è, senza alcuna ombra di dubbio, criminale e da vigliacchi. I casi che vengono esposti qui di seguito non costituiscono che una minuscola parte di quelli riportati da autorevoli riviste. Chi avesse dei comprensibili dubbi, sulla loro autenticità, si rechi senza timore presso la sede di CARE, (Cooperation for Animal Rights in Europe) Via V. Emanuele 202 - 12049 Bra (Cuneo): un`atroce sconvolgente documentazione dissiperà rapidamente le incertezze e creerà il più profondo disgusto in chiunque possieda un minimo di sensibilità. Un particolare: quasi tutti gli esperimenti vengono effettuati senza anestesia.
15.000 animali ustionati a morte per dimostrare statisticamente gli effetti, già noti, di un estratto epatico.
Cucitura tra loro di numerosi animali (per studi sull`uremia) attraverso la pelle. Poiché la pelle si strappava, i malcapitati venivano in seguito cuciti per i muscoli della pancia, ma talora riuscivano ugualmente a separarsi, lacerando i tessuti, con fuoriuscita degli intestini.
Centinaia di scimmie completamente immobilizzate per mesi e mesi (talvolta anche per anni) dagli apparecchi di contenzione e fatte impazzire per mezzo di brutali scariche elettriche finché non si manifestarono i sintomi dell`epilessia (convulsioni, schiuma alla bocca ecc.).
14 gatti spellati vivi per sapere se, in questo caso, una somministrazione di adrenalina sarebbe riuscita a evitare l`abbassamento della temperatura corporea.
Per verificare se il taglio del nervo simpatico costituisce una protezione contro il congelamento, a 10 cani vennero prima recisi i nervi delle cosce e poi congelate le zampe: ad alcuni di essi queste rimasero deformate, ad altri si staccarono, i rimanenti morirono in una lenta agonia.
130 giorni di schiaffi, scossoni, compressioni della coda (per mezzo di una morsa) a un gatto onde studiarne le manifestazioni d`angoscia. Prima di morire per il dolore, la vittima riuscì ancora a sopportare numerose scariche elettriche su ciò che rimaneva della coda martoriata. Allo stesso fine altri ricercatori usarono invece pavimenti arroventati e spilloni sotto le zampe.
56 scimpanzé strappati alle madri nei primi giorni di vita e mantenuti in totale isolamento per 5-8 anni, al fine di studiarne il comportamento. Qualcuno impazzì, altri tentarono il suicidio, altri ancora continuarono a mordersi e a graffiarsi a sangue.
350 scimmie Rhesus (la cui struttura ossea, elasticità e resistenza sono ben diverse dalle nostre) gettate contro un muro di cemento per controllare gli effetti degli incidenti automobilistici. L`esperimento venne in seguito "migliorato" usando babbuine gravide. Fu così possibile fare una eccezionale scoperta: "maggiore è la velocità del veicolo e maggiori sono i danni"!
Onde studiare i trapianti, fu creato un mostruoso essere a due teste: un pastore tedesco sul cui collo venne innestato il capo di un altro cane. Le due teste, rese folli per il dolore, continuarono a mordersi per 29 giorni, prima che gli sperimentatori decidessero la soppressione dell`animale.
500 ratti, ciascuno fatto ruotare per 650 volte in un tamburo di metallo per studiare shock traumatici in assenza di emorragie. A quelli estratti moribondi vennero estirpate ghiandole o visceri e furono quindi rimessi sui tamburi per ulteriori osservazioni.
300 cani mantenuti costantemente in una posizione stressante e quindi ammazzati con una scarica elettrica al cuore. Si è potuto così dimostrare che per uccidere un cane stressato occorre meno elettricità.
Zampe anteriori amputate a decine di topi per osservare come avrebbero fatto, in tali condizioni, a "lavarsi il muso".
350 gatti obbligati a stare (fino a 70 giorni) su un mattone a fior d`acqua in modo che non potessero addormentarsi (il muso cadeva nell`acqua provocando l`immediato risveglio). In questo modo si scoprì che "la mancanza di sonno è dannosa per l`equilibrio mentale".
Continue scosse elettriche a una capra per condizionarla ad alzare una zampa in risposta a un dato rumore. Dopo 4286 prove la capra, ormai terrorizzata, non riabbassava più la zampa se non riceveva un ulteriore scarica elettrica.
Interminabili scariche elettriche su centri nervosi di scimmie per dimostrare che "il dolore rende aggressivi".
Centinaia di gatti, immobilizzate da stanghe d`acciaio che attraversavano le orbite svuotate, il palato e le orecchie, ai quali venne recisa prima la colonna vertebrale, quindi distrutti udito e olfatto, poi asportati i testicoli e, infine, messo a nudo il nervo del pene per attaccarvi degli elettrodi e somministrare continue scosse, sino alla morte. Un metodo usato da diversi laboratori per "studiare la vita sessuale dei gatti"
E ancora: quanto mascara possiamo gettare nell`occhio, privato delle palpebre, di una cavia, prima che si determinino danni irreparabili?
Quante sigarette può fumare un coniglio?
Quanto tempo può rimanere digiuno un gatto?
Fino a che punto una scimmia, cui sia stato occluso l`intestino, può gonfiarsi con i propri escrementi?
Quanto impiegano a sciogliersi i tessuti di sei conigli vivi cosparsi di sostanze corrosive?
Che cosa accade a un cane se gli si cuce una zampa dentro il torace?
In Italia esiste un decreto legislativo (n. 116, del 1992) che regola lo svolgimento degli esperimenti sugli animali. Vi sono però anche altri aspetti legislativi da considerare:
1. la legge sull`obiezione di coscienza alla vivisezione;
2. la questione della sperimentazione didattica, direttamente collegata alla legge di cui al punto 1;
3. le direttive CEE che obbligano ad eseguire sugli animali i "test di tossicità";
4. le direttive CEE in materia di test per i prodotti cosmetici;
5. la direttiva CE relativa all`immissione sul mercato dei biocidi (disinfettanti, insetticidi, acaricidi, etc.), che prevede ancora altri test su animali e che dovrà essere recepita entro il maggio 2000. In Italia, la precedente legge sulla sperimentazione animale risaliva al 1931, e quella attuale ne rispecchia in gran parte l`impostazione. La legge del 1931, in sostanza, consentiva la vivisezione "per il progresso della biologia e della medicina sperimentale".
Nel 1992, il Decreto Legislativo n.116, che recepisce la direttiva CEE sull`argomento, abroga tutte le disposizioni della vecchia legge, tranne l`articolo 1, che recita: "La vivisezione e tutti gli altri esperimenti sugli animali a sangue caldo (mammiferi e uccelli) sono vietati quando non abbiano lo scopo di promuovere il progresso della biologia e della medicina sperimentale e si eseguono negli istituti e laboratori scientifici della Repubblica sotto la diretta responsabilità dei rispettivi direttori (...). Gli esperimenti che richiedono la vivisezione a semplice scopo didattico, sono consentiti soltanto in caso di inderogabile necessità, quando, cioè, non sia possibile ricorrere ad altri metodi dimostrativi" Occorre qui sottolineare due aspetti: l`espressione "progresso della biologia e della medicina sperimentale", che sembra così restrittiva, non pone in realtà alcuna limitazione: non c`è esperimento, anche il più palesemente assurdo ed aberrante, che non venga presentato dai vivisettori come utile, o addirittura indispensabile, e come tale accettato. Ma ancora non basta: all`art. 3, comma 4, viene ammessa anche la ricerca "di base", ossia qualsiasi sperimentazione che non abbia un fine immediato, prevedibile, o predeterminato: ciò significa che tutto quanto può passare per la mente del ricercatore, in cerca di finanziamenti, titoli o pubblicazioni, può essere accettato. Questo decreto pone inizialmente molte norme restrittive sull`utilizzo degli animali nella ricerca: vieta gli esperimenti su cani, gatti e scimmie, quelli senza anestesia e quelli didattici. Purtroppo, vengono tutti riammessi con le norme derogatorie. Si raccomanda che gli esperimenti siano quanto meno dolorosi possibile, che l`anestesia venga praticata, e via dicendo; ma si lascia giudicare allo sperimentatore stesso se l`esperimento "richieda necessariamente" di derogare a tali disposizioni e, in sostanza, lo sperimentatore è lasciato libero di agire come più gli aggrada. Inoltre, le sanzioni previste dal decreto legislativo 116/92 hanno comunque soltanto carattere amministrativo e non penale. In ogni caso, gli esperimenti su cani, gatti e scimmie, quelli senza anestesia e quelli didattici, devono essere espressamente autorizzati dal Ministero della Sanità. Inoltre, dal 1991, i cani (e gatti) dei canili pubblici non possono essere ceduti ai laboratori di vivisezione e gli animali usati per gli esperimenti devono provenire da appositi allevamenti. Nonostante i vivisettori abbiano così ampia libertà di azione, sono ancora molti gli illeciti compiuti in questo campo, che si possono punire anche a norma di legge. Nel numero di luglio 1998 di "Impronte", il periodico della LAV, è stato pubblicato l`elenco dei centri di ricerca in cui si praticano esperimenti su animali, ottenuto dal Ministero della Sanità soltanto dopo una causa vinta in tribunale (sentenza 471/97, prima sezione bis del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio). Con questo elenco vi è la dimostrazione che l`attuale normativa sulla vivisezione, oltre ad essere una semplice farsa (dato l`enorme potere discrezionale che, come abbiamo visto, essa concede ai vivisettori), viene anche sostanzialmente disattesa. La normativa non prevede la concessione da parte del Ministero della Sanità di una autorizzazione per ogni singolo esperimento su animali. È sufficiente che i cosiddetti "stabilimenti utilizzatori", ottenuta l`autorizzazione generica all`esercizio della loro attività, inviino una semplice comunicazione al Ministero stesso, che in tal modo non ha più il compito di sindacare sull`opportunità degli esperimenti compiuti. Il Ministero della Sanità avrebbe invece il compito (art. 15) di raccogliere e pubblicare ogni tre anni "i dati statistici sull`utilizzazione di animali a fini sperimentali (...), sulla base delle comunicazioni degli stabilimenti utilizzatori". Quanto imprecise siano queste statistiche è dimostrato dal fatto che, i dati forniti dal Governo Italiano per il 1992 alla Comunità Europea differivano da quelli pubblicati in Italia sulla Gazzetta Ufficiale: 84.772 animali in più, fra cui 11.994 cani. Il fatto si è ripetuto per il 1996, con una differenza questa volta di 22.937 animali. Gli stabilimenti autorizzati spesso non specificano né il numero né la specie degli animali utilizzati. Se a ciò si aggiunge che, pur essendo il Ministero della Sanità formalmente responsabile dei controlli, questi vengano di fatto delegati agli stessi stabilimenti utilizzatori (che si dovrebbero in tal modo autocontrollare), si può capire quanta libertà venga lasciata ai vivisettori da questa legge. Una drastica riduzione del numero degli animali uccisi, sarebbe possibile evitando le ripetizioni degli esperimenti già compiuti. Occorrerebbe dunque un Centro di Elaborazione Dati al quale far affluire i risultati di tutti gli esperimenti compiuti, come minimo, in tutta Europa. Invece, il decreto 116/92 si limita a definire, come unico obbligo per il Ministero della Sanità, la raccolta di dati statistici sul "numero e specie di animali utilizzati in esperimenti" e viene anche precisato che non saranno pubblicate le informazioni pervenute quando esse "rivestono un particolare interesse commerciale". Co}e dire che non si saprà mai niente degli esperimenti compiuti dalle industrie farmaceutiche.
Per concludere quale differenza esiste tra i lager nazisti negli anni della II guerra mondiale ed in questi laboratori nel terzo millennio? Quale differenza tra il comportamento di tante nazioni che gli stessi occidentali condannano e tutto questo? Dove il progresso dell`uomo nel corso di questi secol
PER QUESTI MOTIVI:

a norma dell`art. 50 della Costituzione Italiana secondo il quale "Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità;
a norma dell`art. 138 d) del trattato dell`Unione secondo il quale "Qualsiasi cittadino dell`Unione, nonché ogni persona fisica o giuridica che risiede o abbia la sede sociale in uno Stato membro, ha il diritto di presentare, individualmente o in associazione con altri cittadini o persone, una petizione al Parlamento Europeo su una materia che rientra nel campo di attività della Co}unità e che lo (la) concerne direttamente"I ricercatori che abbiano a cuore la vera ricerca scientifica e non la propria carriera, hanno a disposizione metodi migliori dei test sugli animali:

I SOTTOSCRITTI CITTADINI ITALIANI ED EUROPEI CHIEDONO:
l`abolizione della vivisezione sugli animali qualunque sia la pseudo-motivazione, in quanto, nè gli anni e nè i milioni di esperimenti di tante così menti eccelse, forse solo tarate e sadiche, hanno dato risultiati o prove certe e scientifiche nè tantomeno hanno apportato benefici per lo stesso essere umano, che è sempre e solo l`unico fine, semmai sovente apportatrici di nuovi virus sconosciuti e pericolosi a cui l`uomo non sa trovare alcun rimedio ed, invece, con la scomparsa quotidiana di migliaia di batteri positivi. Inoltre va ricordato quanto la distruzione, la violenza, lo stravolgimento e la devastazione della stessa natura ha reso l`umano molto più vulnerabile fisicamente agli attacchi sconosciuti di una folle scienza che in tal caso non può neppure definirsi tale;

Vi sollecitiamo, inoltre e nel frattempo, a votare per il divieto immediato nell`UE dei test sugli animali per uso cosmetico e anche alla vendita di cosmetici testati sugli animali nella seduta del Consiglio dove verrà ridiscusso il proposto emendamento alla Direttiva sui Cosmetici. Nel 1993 gli MPE si espressero contro la vendita di cosmetici testati sugli animali. Da allora l`attuazione di questo divieto è stata rinviata due volte e ora rischia di essere del tutto accantonata come sempre accade quando si toccano interessi economici. Vietare la vendita ed i test è l`unico modo per mettere fine ai test sugli animali per uso cosmetico, un uso ancora più inutile degli altri, ma non per questo il solo.

Per firmare la petizione andare al link: http://www.covoprieca.com/petizioni/petizione9.htm


QUELLO CHE LA MODA NON DICE

Tratto dal sito:
http://www.greenpeace.org/italy/it/ufficiostampa/rapporti/panni-sporchi2/



PANNI SPORCHI 2

Dagli scarichi tossici ai prodotti in vendita


Questo rapporto rivela che composti pericolosi per salute e ambiente vengono usati nella produzione di abiti sportivi di brand inteernazionali. Su 78 articoli di abbigliamento e scarpe sportive acquistati da Greenpeace [2] in 18 differenti paesi in tutto il mondo, fra cui anche l’Italia, 52 prodotti appartenenti a 14 marche sono risultati positivi al test sui nonilfenoli etossilati (NPE).

Questi composti, usati anche nell’industria tessile, una volta rilasciati nell’ambiente si trasformano in una sostanza pericolosa, il nonilfenolo (NP). Il nonilfenolo è persistente perché non si degrada facilmente, bioaccumulante perché si accumula lungo la catena alimentare e può alterare il sistema ormonale dell’uomo anche a livelli molto bassi.


Scarica il report "Panni sporchi 2"





Scarica la versione integrale in inglese