La Francia e l’ONU coinvolti nei casi di stupri e pedofilia in Repubblica Centrafricana


A quanto pare la Repubblica Centrafricana è una terra destinata a non conoscere mai la pace. E’ di questi giorni l’ultima dolorosa novità: come riportato dall’inviato dell’ONU, Vannina Maestracci, tre Caschi Blu avrebbero abusato di tre ragazzine. E quel che è peggio, è che non sarebbe neppure il primo caso. Una delle tre vittime sarebbe addirittura minorenne, e lo stupro si sarebbe verificato a Minusca lo scorso 12 agosto. Anche se la Maestracci si sarebbe rifiutata di fornire informazioni circa la nazionalità dei tre Caschi Blu, vi è il sospetto che essi provengano dalla Repubblica Democratica del Congo. Il contingente di cui fanno parte, ad ogni modo, è quello stanziato nella città di Bambari, a nord est di Bangui.
Del fatto ha accuratamente parlato anche il giornalista Luc Michel, in quest’articolo. Secondo il Segretario dell’ONU, il caso di stupro di cui si sarebbero macchiati i tre Caschi Blu sarebbe un “cancro nel nostro sistema”. Il capo della missione ONU a Minusca sarebbe già stato sostituito proprio per via dei vari casi d’abusi sessuale su minori col gabonese Parfait Onanaga-Anyanga. Sulle sue spalle ricade il gravoso compito di ridar smalto al sempre più deprecato corpo dei Caschi Blu in Repubblica Centrafricana e a Minusca in particolare. Si sostiene che a Minusca i Caschi Blu, presenti con 12mila unità, abbiano finora compiuto almeno 57 stupri, 11 dei quali su bambini. Sarà ben difficile, con un simile curriculum, recuperare il favore e la fiducia della popolazione locale. Nel frattempo, lo scorso martedì, il Consiglio di Sicurezza ha espresso tutta la propria indignazione per i fatti avvenuti in Repubblica Centrafricana: ma basta questo a ripagare le vittime dei torti subiti?
Quel che è peggio, è che a quanto pare i Caschi Blu coinvolti in tali scandali risulterebbero ancora tutti in servizio. E non chissà dove, ma proprio in Repubblica Centrafricana, sul luogo del delitto. Il ministro della Difesa francese Le Drian aveva detto, ancora lo scorso 3 maggio: “I colpevoli si devono autodenunciare!”. Si riferiva ai soldati francesi della Missione Sangaris che erano andati in Repubblica Centrafricana per fronteggiare i ribelli Seleka. A dimostrazione che il problema non si limita solo alle forze ONU ma, purtroppo e soprattutto, anche a quelle francesi presenti da ben prima nel paese africano.
Infatti ben 14 soldati francesi sono stati messi in stato d’accusa per questo problema, ritenuto “potenzialmente disastroso per l’immagine della Francia e del suo esercito in Africa” (parole testuali dell’AFP). A rivelare tali misfatti era stato, fra i tanti giornali, anche il britannico Guardian. Da quel che sembra, almeno dodici bambini sarebbero stati violentati nell’aeroporto di M’Poko a Bangui, tra il dicembre del 2013 ed il giugno del 2014.
Il colonialismo, anche sessuale, non è ancora finito.