Bye Bye Italia, Au Revoir! O Meglio: 再見
di Sergio Di Cori Modigliani
E così, di riffa e di raffa, il Bel Paese se ne va.
O meglio, diciamo piuttosto che, con il trascorrere dei giorni, diventa sempre più chiaro come -a dispetto della apparenze- non siamo nelle mani di beceri incompetenti, di cialtroni immeritevoli, di raccomandati di lusso, incapaci di mettere in piedi uno straccio di progetto decoroso che funzioni e sia efficace.
Siamo nelle mani di una classe dirigente politica che si è macchiata e si sta macchiando del più orribile crimine che in tutte le civiltà, presso tutte le etnie, in tutte le epoche, è sempre stato considerato come l'atto più vile e tragico che si possa compiere: il tradimento della propria comunità e la svendita del territorio della propria cittadinanza allo straniero.
Perchè una cosa è il dramma delle guerre, dove l'invasore prepotente si appropria con la violenza delle armi di beni che non sono suoi.
Ben altra cosa è avere la certezza di essere capitanati da un manipolo di solerti impiegati che hanno scelto di consegnare i forzieri nazionali -riempiti grazie al lavoro di centinaia di generazioni diligenti, industriose e parsimoniose- nelle mani dei nostri più agguerriti competitors internazionali, invitando a nozze gli invasori e dicendo loro: prego signori, accomodatevi, svendiamo il tutto al prezzo migliore.
Conclusa la prima fase un mese fa, è iniziata da oggi la seconda fase, quella che consegna la Telecom agli spagnoli di Telefonica, l'Alitalia ai francesi di Air France, e tre aziende strategiche del gruppo Ansaldo, cioè la "Energia" la "Sts" e la "Breda" rispettivamente al gruppo imprenditoriale coreano denominato Doosan, agli statunitensi di General Electric e il gioiello metalmeccanico ai giapponesi di Hitachi. Se ne va via anche la Ansaldo, e sono già in trattative per vendere le aziende strategiche impiegate nella costruzione di navi ai cinesi, i quali verranno a costruire le loro navi in Italia -a prezzi cinesi si intende- per poi ormeggiarle nel porto del Pireo, acquistato in toto due mesi fa. Una vera pacchia. Per loro si intende.
Lavorare la Domenica? No Grazie!
L’apertura festiva dei
supermercati non è un argomento che lascia assolutamente indifferenti.
In un momento storico
nel quale gli italiani non hanno ancora il piacere di essere legiferati da un
Governo democraticamente scelto dal Popolo, la crisi ha dimezzato il potere
d'acquisto, la disoccupazione è alle stelle, inoltre ogni giorno si contano
almeno 6 suicidi e centinaia di esercizi tirano giù la serranda; la Domenica,
per gentil concessione del decreto "Salva Italia" di Monti, le
famiglie possono allegramente recarsi nei propri Centri Commerciali preferiti per
fare SHOPPING!!!
In questo articolo cercheremo
di riassumere le opinioni e l'umore di tutti coloro che pensano che la liberalizzazione
delle festività non solo non ha assolutamente migliorato la vita, ma l'ha persino
peggiorata!!
Che cosa
comporta la liberalizzazione delle aperture?
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