Gli orrori segreti dell'’allevamento industriale


Riportiamo un'interessantissimo articolo tratto da:slowfood.it


Cafo, gli orrori segreti dell’allevamento industriale

Tema trattato: Alimentazione
Numero commenti: 10

16/11/2011 - Se il consumo di carne nel mondo costantemente aumenta, potremmo ipotizzare che i Cafo siano il solo metodo moderno a essere in grado di garantire nutrimento per 7, 8 e poi 9 miliardi di persone


L’acronimo Cafo sta per Concentrated Animal Feeding Operation e descrive il modello industriale di allevamento che gli Stati Uniti hanno perfezionato e che si sta diffondendo nel mondo.


I Cafo inseguono fondamentalmente un solo paradigma: efficienza. Raggiungibile concentrando gli animali in spazi ristretti, per far loro guadagnare grasso nel minor tempo possibile al minor costo, in barba a qualsiasi standard minimo del benessere animale. Molto più semplicemente si potrebbero definire: “Campi di concentramento industriali per animali”.


Questo è proprio ciò che ci dice il libro della Foundation for Deep Ecology intitolato CAFO: the tragedy of industrial animal factories.

Shock, orrore e disgusto sono alcune delle sensazioni che si possono provare guardando le 450 foto che illustrano i “dietro le quinte” di questi allevamenti. Soprattutto se si pensa che in Usa la maggior parte dei prodotti animali consumati passano per questo sistema.



Se il consumo di carne nel mondo costantemente aumenta, potremmo ipotizzare che i Cafo siano il solo metodo moderno a essere in grado di garantire nutrimento per 7, 8 e poi 9 miliardi di persone.


Il libro offre l’occasione di farsi un’idea del reale costo della carne a buon mercato. Saggi di Robert Kennedy Jr., Anna Lappe, Wendell Berry, Michael Pollan e altri svelano il vero volto dei Cafo: il loro impatto sull’ecosistema e sulle comunità rurali e gli incentivi statali che rendono queste operazioni possibili e finanziariamente proficue. Se siamo informati però, possiamo diventare “l’esercito attivista” di una campagna per eliminare questo scempio della natura.



Le foto parlano da se, ma anche i numeri non scherzano... La mucca da latte ingozzata di mangimi con mammelle innaturalmente ingigantite, dopo decenni di allevamento industriale, è diventata una mera macchina da mungere: nel 1950 poteva produrre circa 2400 chili di latte l’anno, nel 2000 si è arrivati a 8150 chili.
Le galline ovaiole nei Cafo sono relegate in gabbie non più grandi di un foglio A4.
Le stanze da gestazione per le scrofe hanno lo stesso volume di un sedile in un aereo passeggeri.













La lista degli effetti deleteri dei Cafo è lunga: dall’enorme quantità di liquami prodotti, all’inquinamento ambientale, ai rischi per la salute umana, alla distruzione del paesaggio, alla cancellazione delle comunità agricole locali. Non è inusuale che un Cafo di 100 acri (40 ettari circa) produca liquami quanto una città di 100 000 abitanti. La differenza sta nel fatto che per le scorie degli allevamenti non ci sono piani adeguati di monitoraggio. Il liquame viene semplicemente spruzzato sui campi adiacenti o convogliato in enormi vasche che spesso non sono impermeabili, consentendo al letame di infiltrarsi nelle falde acquifere sottostanti.

CAFO: the tragedy of industrial animal factories lancia un chiaro messaggio: il sistema industriale di allevamento in Usa è inaccettabile. E queste foto ce lo dimostrano più di infinite chiacchiere.

Se vuoi acquistare on line il libro clicca qui

Per saperne di più:
Cafo website

Luca Bernardini
l.bernardini@slowfood.it
Fonte:
The Ecologist