La Germania vieta la zoofilia




Fare sesso con gli animali, è - purtroppo - una tra le fantasie sessuali più diffuse. Pochi hanno il coraggio di ammetterlo alla propria coscienza ma, studiando le statistiche che riguardano le chiavi di ricerca di contenuti hard in Internet, risulta che la zoofilia stimola la curiosità di una percentuale preoccupante di utenti.

La zoofilia è classificata come feticismo o parafilia ed in quanto tale sfugge ad un vero e proprio inquadramento normativo. Le parafilie infatti non possono essere considerate reato, a meno che non si trasformino in un pretesto per delinquere. La zoofilia non fa eccezione, ed è scarasamente regolamentata a livello legislativo. In Danimarca è legale ed in Italia non è ancora sanzionata. Francia, Svizzera ed Olanda l'hanno vietata solo recentemente. La Svezia e la Germania si preparano a farlo. 
La zoofilia è una pratica antica che affonda le sue radici nella cultura pastorizia. In passato era un'abitudine estremamente diffusa, anche sul territorio italiano e tuttora resta un costume in uso presso alcuni insediamenti rurali, apparentemente sospesi in una dimensione spazio-temporale che nulla ha a che vedere con la contemporaneità.
Il pretesto per parlare di questa controversa abitudine sessuale ce lo offre la Germania. Il Parlamento tedesco ha recentemente varato una legge in favore di una maggiore tutela degli animali; l'emendamento riguarda la castrazione chimica e la marchiatura a fuoco ma contiene anche l'esplicito divieto di fare sesso con animali, pena una sanzione economica di diverse migliaia di euro. Secondo la normativa tedesca attuale sono punibili solo gli atteggiamenti che "attraverso pratiche brutali arrivano a causare dolore o danni permanenti nei confronti degli animali". I rapporti sessuali non sono condannabili per legge.


Il precedente che ha spinto il Parlamento a legiferare su questo aspetto, è il caso di una veterinaria che, chiamata ad intervenire per curare delle lesioni nella zona genitale, si accorge che il cane che sta medicando indossa dello smalto rosso. Insospettita dall'insolito look dell'animale, capisce che le ferite genitali potevano essere la testimonianza di una violenta pratica sodomitica. Scatta la denuncia e gli accertamenti del caso finsicono per incastrare il padrone dell'animale, che candidamente afferma di avere una relazione -sentimentale e sessuale - con la sua cagnetta.
L'uomo risulta associato della ZETA, un acronimo che sta per "Impegno Zoofilo per la Tolleranza e l'Educazione". La ZETA è un'associazione, del tutto legale, che sostiene la zoofilia e la sessualità zoologica. I suoi iscritti condividono uno smisurato amore per gli animali, un sentimento talmente forte da indurli ad avere delle pulsioni sessuali, che loro stessi definiscono autentiche e genuine. La violenza, dichiarano, non fa parte del loro modo di relazionarsi agli animali che considerano consenzienti ed appagati dalle attenzioni sessuali rivolte loro.
L'associazione riunisce anche i cosiddetti 'Beastys', per cui il rapporto con gli animali si limita al sesso, ed i 'Furries', quelli che amano cioè travestirsi da animali. Periodicamente si riunivano in una fattoria nel nord della Germania, abitudine in disuso da quando il proprietario ha deciso di non affittare più il terreno.
Certamente si tratta di una storia che fa riflettere.
Considerata la varietà delle angherie cui vengono sottoposti gli animali per i più svariati motivi, vorremmo che almeno il sesso fosse escluso dalla lista. L'affetto di un animale verso il proprio padrone non può e non deve essere confuso con la pulsione sessuale. La zoofilia non è altro che un'aberrazione, lo specchio della tendenza umana ad attribuire agli animali ruoli e significati che certamente a loro non interessano minimamente.