Il 23 marzo l’associazione internazionale Animal Equality ha lanciato la sua seconda investigazione sotto copertura in Italia per documentare la reale condizione degli agnelli negli allevamenti ovini e nei macelli. Ogni anno in Italia vengono uccisi 4 milioni di agnelli di cui 800.000 muoiono proprio nella settimana di Pasqua. Ognuno può sottoscrivere il proprio impegno non consumando l’agnello o chiedendo ai supermercati di non vendere la loro carne, compilando i format creati dall’associazione.
Gli attivisti di Animal Equality (AE), sotto copertura con diverse ore di filmati e 100 immagini scattate negli allevamenti di ovini e nei macelli in diversi parti d’Italia, hanno documentato la violenza fisica e psicologica verso gli agnelli, ribadita anche da numerosi esperti ai quali è stato chiesto un parere dopo aver fatto visionare loro il video.
Nel video in fondo all’articolo (la visione delle immagini contenute è particolarmente cruenta, ndr) vediamo agnelli e pecore rinchiusi per molte ore in spazi angusti che arrivano a calpestarsi a causa del forte stress e nervosismo, animali lasciati morire senza cure veterinarie, in stato di ipotermia e in condizioni igienico-sanitarie pessime, un agnello morto da diversi giorni in stato di evidente decomposizione lasciato all’aria aperta a contatto con altri animali che potrebbero essere contaminati da germi patogeni. “I corpi in decomposizione attirano i vermi e possono diffondere malattie” dichiara Lorelei Wakefield, fondatrice della University of Pennsylvania Veterinary Animal Welfare Society, Usa. Lorelei continua dicendo “purtroppo gli agnelli che vediamo in questo filmato sono vittime di stress e sofferenza evitabili. Trattare gli animali in questo modo, legarli e appenderli in stato di completa coscienza, è terribilmente stressante e fonte di grande paura”.
Dal video possiamo notare che gli animali sono ancora coscienti prima di essere sgozzati poiché si dimenano, scalciano fino a quando la morte non sopraggiunge per dissanguamento. “Riteniamo che il metodo di stordimento fosse usato in maniera casuale e non funzionasse la maggior parte delle volte” dichiarano il Dottor Engle e il Professor Rollin il quale conclude dicendo “ho seri dubbi che una persona qualsiasi possa riuscire a mangiare l’agnello dopo aver visto questo filmato”.
Come dice Marchesini dal video “possiamo vedere solo l’orrore esplicito, quello che ci parla di agnelli calpestati, sofferenti, di strutture vessatorie, mentre le espressioni comportamentali di disperazione, l’immersione in un universo percettivo di sofferenza e morte, gli atteggiamenti di ricerca parentale e lo stato di terrore” possono essere viste solo da un etologo. “L’agnello è un cucciolo – dice Marchesini – e come tutti i cuccioli ha bisogno di avere accanto una mamma che si prende cura di lui e lo tiene in una condizione di serenità. In una folla di agnelli stipati in uno spazio angusto non c’è solo l’orrore per la mancanza dei requisiti minimi di benessere.
Dobbiamo immaginare una folla di bambini, al di sotto dei due anni, che disperatamente cercano la mamma e piangono senza conforto e ininterrottamente, giacché la loro paura è aumentata dal pianto degli altri cuccioli, dalle urla degli uomini, dalle caratteristiche dell’ambiente, dall’odore della sofferenza e del sangue. Poiché gli agnelli hanno un sistema emotivo molto sensibile e sono più portati a spaventarsi rispetto agli umani, possiamo affermare che provano più paura dei bambini”.
L’unico modo per fermare questa strage, che si compie ogni anno e non solo a Pasqua, è sottoscrivere il nostro impegno in diversi modi: festeggiare la Pasqua senza agnello, chiedere ai supermercati di non vendere agnello, non consumare prodotti di origine animale.
- Tamara Mastroiaco -
Tratto da: A Pasqua “Salva un agnello”, l’investigazione di Animal Equality |
Informare per Resistere A Pasqua "Salva un Agnello"
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!
javi788 1p · 223 settimane fa