Legambiente inizia
dalla zona Ovest, ma manca
un coordinamento
TORINO
Nascono i comitati della campagna per il Referendum sulle limitazioni alla caccia in Piemonte. Ma la campagna per chiamare i piemontesi al voto è faticosa e soprattutto sembra ancora scoordinata. Le firme per il referendum sono state raccolte nel 1987, dopo quasi trent’anni il Tar ha dato ragione agli animalisti/ambientalisti e adesso la Regione si trova a dover tirare fuori almeno una decina di milioni di euro per votare il 3 giugno.
Ieri la presentazione di uno dei comitati per il voto, ma si tratta di un nucleo di tre comuni: Collegno, Alpignano, e Rivoli. «Sono tre grandi comuni del Torinese» ha detto Gianni Pesce del circolo di Legambiente di Collegno. Il problema però è che si vota in tutto il Piemonte e ancora non si è vista una campagna referendaria che coinvolga tutta la Regione. «Non è solo nostra responsabilità. La Regione ha prima finto di volere un accordo, che è fallito, poi non ci ha dato la certezza della data del referendum fino a pochi giorni fa. E adesso dicono che entro il 13 aprile, dopo domani, potrebbero ancora riuscire a varare una legge che faccia saltare il referendum».
Michele Suma, presidente di «Amici degli Animali», e soprattutto nel Pd di Collegno, dice anche che quei milioni di euro che «ci costerà il referendum potevano essere spesi per assumere i duecento precari in Regione. Ma hanno voluto far fallire ogni accordo tentando di far fallire il quorum del Referendum». E infatti le associazioni di cacciatori si guardano bene da far qualsiasi campagna contro, se la maggioranza più uno non andrà a votare, qualsiasi risultato sarà vano e tutto rimarrà com’è.
Il quesito referendario è molto lungo ma semplice e richiede un solo voto: Sì per chi vuole limitare le doppiette, No per coloro che vogliono che la legge resti tal quale. «Stiamo chiedendo anche l’aiuto di agricoltori e cittadini - spiega Fabio Dovana presidente regionale Legambiente - che pur non essendo animalisti passeggiare senza essere impallinati, o non vogliono estranei nei loro terreni». Intanto giovedì 19 aprile presentazione del «Comitato zona Ovest» a Collegno, in sala Bendini, alle 20,45. Si parlerà di Referendum con politici e ambientalisti.
Ieri la presentazione di uno dei comitati per il voto, ma si tratta di un nucleo di tre comuni: Collegno, Alpignano, e Rivoli. «Sono tre grandi comuni del Torinese» ha detto Gianni Pesce del circolo di Legambiente di Collegno. Il problema però è che si vota in tutto il Piemonte e ancora non si è vista una campagna referendaria che coinvolga tutta la Regione. «Non è solo nostra responsabilità. La Regione ha prima finto di volere un accordo, che è fallito, poi non ci ha dato la certezza della data del referendum fino a pochi giorni fa. E adesso dicono che entro il 13 aprile, dopo domani, potrebbero ancora riuscire a varare una legge che faccia saltare il referendum».
Michele Suma, presidente di «Amici degli Animali», e soprattutto nel Pd di Collegno, dice anche che quei milioni di euro che «ci costerà il referendum potevano essere spesi per assumere i duecento precari in Regione. Ma hanno voluto far fallire ogni accordo tentando di far fallire il quorum del Referendum». E infatti le associazioni di cacciatori si guardano bene da far qualsiasi campagna contro, se la maggioranza più uno non andrà a votare, qualsiasi risultato sarà vano e tutto rimarrà com’è.
Il quesito referendario è molto lungo ma semplice e richiede un solo voto: Sì per chi vuole limitare le doppiette, No per coloro che vogliono che la legge resti tal quale. «Stiamo chiedendo anche l’aiuto di agricoltori e cittadini - spiega Fabio Dovana presidente regionale Legambiente - che pur non essendo animalisti passeggiare senza essere impallinati, o non vogliono estranei nei loro terreni». Intanto giovedì 19 aprile presentazione del «Comitato zona Ovest» a Collegno, in sala Bendini, alle 20,45. Si parlerà di Referendum con politici e ambientalisti.